Il Comune istituisce l’Albo delle religioni

Un'iniziativa della giunta Pisapia per promuovere il rispetto dei diritti e dei doveri della convivenza civile tra le diverse confessioni religiose
milano musulmani

«Abbiamo già fatto un albo, dando al comune gli statuti, i numeri e i nomi dei nostri fedeli e dirigenti. Faremo anche questo nuovo passo, daremo tutte le garanzie richieste sul rispetto dei doveri, in attesa che ci venga riconosciuto anche qualche diritto». Così reagisce Abdel Hamid Shaari, capo dell’istituto di viale Jenner, mentre Asfa Mahmoud, presidente della Casa della cultura islamica di via Padova dice: «Speriamo che sia veramente il segno che si passa dalle parole ai fatti. Attendiamo da anni l’autorizzazione a creare anche solo una moschea di piccole dimensioni per i nostri fedeli, ma finora l’amministrazione non ha dato certezze. Speriamo sia la volta buona». Questo è ciò che dicono attraverso i loro rappresentanti i musulmani, in merito alla proposta del comune di Milano di creare l’Albo delle religioni. Lo scopo principale – secondo la giunta Pisapia – è allestire un albo dove tutte le comunità, iscrivendosi, si impegnino secondo un protocollo d’intesa a rispettare diritti e doveri della convivenza civile.

L’Albo è aperto a tutte le fedi, dall’ebraismo al cristianesimo, dall’induismo al buddhismo. Ma a stuzzicarne la nascita sembra essere stato la necessità di trovare una soluzione all’annoso problema del luogo di culto per gli islamici, dopo il censimento dei luoghi di preghiera fatto a inizio d’anno – 11 sedi spalmate in tutta la città – e la promessa da parte dell’amministrazione comunale di riconoscerli come luoghi adatti alla preghiera. E una precisa decisione – tra l’altro –  di non costruire un'unica grande moschea presa in accordo con i responsabili dell’islam. In questi giorni, iniziato il Ramadan, i fedeli di Maometto si riuniscono nei luoghi soliti per la preghiera.

Oltre all’Albo il comune intende creare anche una "Conferenza permanente delle confessioni religiose" per conoscere meglio le diverse realtà religiose del territorio e affrontare i problemi che si potrebbero presentare. L’albo, secondo la vicesindaco Guida «è il primo passo per sciogliere il nodo: nascerà una commissione che fisserà dei criteri e dei requisiti per le associazioni che si vogliono iscrivere  all’Albo. Chi entrerà nell’elenco dovrà firmare un protocollo d’intesa. Solo gli iscritti potranno chiedere al comune di mettere a norma gli spazi già in uso o di partecipare a procedure pubbliche per la destinazione di nuove aree o strutture per il culto».

Acido il parere in Consiglio comunale del vicepresidente Pdl De Corato: «È un trucco per dare soldi e moschee ai musulmani togliendoli ai milanesi che vengono spremuti con tasse e gabelle».

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