Il compleanno del mondo

La speranza è la pressante virtù che ci spinge a guardare questo nuovo anno con fiducia e come un foglio bianco su cui scrivere vere novità
Festa della luce in India
«Buon Anno!…. Un felice Anno Nuovo!….Tanti auguri!».

Un compleanno? Chi è il festeggiato?

2012. Un operatore delle ferrovie o della metropolitana? Un carcerato?

Un numero? Ma che scherzi sono questi?

 

Tutti sembrano felici, i supermercati sono pieni (un po’ meno dell’anno scorso, per essere sinceri…) cenoni in casa con gli amici o al ristorante, balli, messe solenni di ringraziamento.

Ho pensato, pensato, per rispondere. E arrischio: i festeggiati siamo noi. Ci festeggiamo tutti. Dai nonni ai nipotini, dall’imprenditore all’operaio, dal professore allo studente, dal presidente al barbone.

 

Perché?

 

Per la speranza. 366 giorni davanti a noi: che siano meglio dei 365 appena passati. Perché tutto è possibile: è un grande foglio bianco sul quale un anonimo artista può dipingere coi colori più affascinanti. Magari non tutti ci credono, ma in fondo in fondo, sperano…

Più ancora. È proprio un bambino che ci nasce fra le braccia e ci guarda. È prezioso come una vita, delicato come una vita, promettente come una vita. È un dono.

 

Più ancora. È dentro di noi, nell’intimo di ciascuno di noi. Siamo noi. Io. E tu. Noi.

Festa di me e di noi. Mi ritrovo con me stesso, col neonato che sono. Chi sono? Chi sarò?

Ci ritroviamo insieme: chi siamo? Chi saremo?

Una settimana fa un bambino stava nelle braccia di una madre. È quello che è in me, tra noi.

Buon Anno!

 
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