Il colore infinito di Armstrong

Il fotografo americano, sfocando le immagini trasforma i soggetti in qualcosa di nuovo e inafferrabile spingendo al limite la riflessione sul rapporto tra immagine e memoria. In mostra a Milano
Una foto di Bill Armstrong

Sono immagini volutamente sfuocate dove i lineamenti sono confusi, i tratti cancellati, le identità dissolte. Il risultato è una creazione di puro colore. "È un mondo poco oltre la nostra comprensione, dove lo spazio può essere suggerito, ma non è mai definito, e dove l’identità di queste figure amorfe rimane in discussione. È un mondo che potrebbe esistere nella memoria, nei sogni, o, forse, in un universo parallelo ancora sconosciuto”.

Così il fotografo Bill Armstrong descrive le sue opere, che realizza impostando la messa a fuoco della macchina su infinito. Che siano immagini trovate casualmente, sculture o pitture rinascimentali, l’artista newyorkese usa il mezzo fotografico per trasformare i soggetti originari in qualcosa di nuovo e inafferrabile spingendo al limite la riflessione sul rapporto tra immagine e memoria. 

Con le immagini di Armstrong ci si trova davanti a figure che sembrano danzare, apparizioni allo stesso tempo delicate e inquietanti che non appartengono al nostro mondo, ma forse ad un universo parallelo ancora da scoprire. Appartengono alla serie “Infinity” alla quale il fotografo inizia a lavorare nel 1997. A questo progetto ventennale la nuova sede Forma Galleria dedica una suggestiva selezione di opere.

“Infinity. Bill Armstrong”, Milano, Forma Galleria via Ascanio Sforza 29, fino al 28/11

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