Il cinema francofono a Roma
Sala piena ieri sera all’apertura della Settima edizione del Francofilm, ossia il Festival del cinema francofono che si svolge a Roma, al Centre culturel Saint Louis de France. Iniziativa da non perdere, perché attraverso alcune anteprime dei dodici film selezionati da diverse nazioni – Francia, Belgio, Lussemburgo, Mali, Marocco, Romania, Costa d’Avorio, Libano, Grecia, Svizzera, Vietnam e Canada – ci si apre l’universo dei bambini e dei giovani alle prese con desideri di affetto, di aiuto e di realizzazione.
Lo si è visto ieri sera appunto all’anteprima – sala con un pubblico intelligente e interessato – dello struggente Tempête di Samuel Collardey (nella foto alla Mostra internazionale del film di Venezia, settembre 2015). Storia di Dom, 38 anni, della Vandea, marinaio su un peschereccio, innamorato del suo mestiere fin da piccolo, con due figli adolescenti a casa che vivono con lui, separato dalla moglie. La ragazza, Maylis, 16 anni resta incinta, ha bisogno del padre nel momento della scelta di tenere o no il piccolo, ma il padre è al lavoro. Di qui l’incrinarsi dei rapporti, finché Dom capisce di dover finalmente “crescere” e prendersi le responsabilità di padre e di adulto.
Il film è delicatissimo nel trattare – con pochi significativi dialoghi – temi dolenti come l’aborto, l’educazione dei figli, la separazione in famiglia, mai narrata sopra le righe (una lezione per il nostro cinema). Molto è affidato alla fotografia, ora delle tempeste marine, ora dei primi piani dei volti dei bravissimi, intensi protagonisti di una regia misurata, interiorizzata, asciutta. C’è molto dolore, tanta tristezza nella società contemporanea, dove le anime – specie dei giovani – sono in cerca essenzialmente di comprensione e di amore. Poesia dell’intimità, della verità, il film è da recuperare.
Proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano alle 18 e alle 21, incontri con i registi, ingresso libero. Fino al 16 marzo.