Il cinema e la Shoah

Finora sono un’ottantina i film che da vari punti di vista hanno racconto il genocidio del popolo ebraico a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso ed oggi sono ancora numerosi quelli in uscita in sala
shoah

Di quell’immensa tragedia che è stata la Shoah se ne parla ormai da tempo, e da tempo il cinema ci ha pensato con una serie di prodotti dalla qualità variegata. La varietà stilistica e narrativa è palese nei diversi lavori, ma essi sono accomunati dalla denuncia di un periodo atroce su cui molte persone oggi vorrebbero stendere il velo dell’ignoranza, forse per impedire alle giovani generazioni di maturare, comprendendo di cosa sia capace l’essere umano.

Ne presentiamo una rapida selezione.

In Francia Alain Resnais dirige nel 1956 Notte e nebbia, ripescando dagli archivi originali gli orrori dei campi di concentramento, tali che fu escluso dal festival di Cannes. Nel ’59 fu la prima volta del Diario di Anna Franck, lavoro dell’americano George Stevens e in Italia nel ’60 toccò a Gillo Pontecorvo raccontare in Kapò la vita interna dei campi, mentre nel ‘61 Carlo Lizzani raccontava la strage del ghetto ebraico ne L’oro di Roma. Si giunge al 1987 con Arrivederci ragazzi di Louis Malle, commosso ritratto di tre ragazzini ebrei deportati, ad Europa Europa (1991) di Agnieszka Holland, odissea di un ragazzo ebreo tedesco  al celebre Schinder’sList di Spielberg (1993), sette premi Oscar, epos ricco di emozioni e di tensioni dentro un campo di concentramento fino all’italiano La vita  è bella (1997) di Benigni, altro premio Oscar.

Negli anni Duemila vanno ricordati almeno Concorrenza sleale (2001) di Ettore Scola, sul rastrellamento degli ebrei a Roma, Amen di Costa-Gravas (2002) per la vis polemica contro papa Pacelli e Il pianista di Polanski (2002), corale e kafkiano.

Oggi sono arrivati o stanno per arrivare altri lavori sul genocidio ebraico.

In sala è da non perdere Il figlio di Saul, di Laszlo Nemes, ossia l’inferno umano dei prigionieri, una storia di orrore stampato sul volto del protagonista che cerca un rabbino per seppellire i l figlio e ritrovare un briciolo di umanità, mentre sullo sfondo passano le ombre della vita del campo come in un girone dantesco. Stupirà per la crudezza, la concitazione e l’amore disperato alla vita. Sarà una presa di coscienza sul male di sempre.

Il Labirinto del silenzi, film tedesco diretto dall’italiano Giulio Riccciarelli, è un altro capitolo. Quello della presa di coscienza dei tedeschi sulla realtà nascosta del genocidio. Duro, graffiante e implacabile il giovane giudice protagonista lavorerà per il risveglio della memoria.

E’ in uscita Remember di Atom Egoyan, storia di uno scampato al genocidio che scopre il nazista responsabile della morte della sua famiglia ancora vivo, film duro e drammatico che si apparenta con Eichmann show, docufilm sul processo al criminale nazista, già in sala.

Come si nota, la Shoah viene ampiamente rappresentata al cinema. Purtroppo non è lo stesso per altri genocidi dagli armeni ai curdi agli zingari …fino a quello degli indiani d’America…Forse è il momento di una maggiore presa di coscienza anche di questi altri crimini contro l’umanità.

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