Il cielo vicino

Laura Vallieri - Marietti
Copertina del libro

I genitori di Ermanno appartenevano a famiglie nobili. Ebbero quindici figli, tra i quali Ermanno, che fin da piccolo fu soprannominato “il rattrappito”, tanto era storto a causa d’una sclerosi multipla.
S’era attorno all’anno Mille. Ermanno stentava a camminare e, per farlo stare seduto, avevano dovuto costruire una sedia speciale. Le sue dita erano troppo rattrappite per scrivere; le sue labbra e il palato deformati al punto che le parole uscivano stentate e si capivano a fatica. I suoi genitori lo mandarono in un monastero. In quel luogo di pace Ermanno, che poteva a mala pena biascicare poche parole, s’accorse che la sua mente si apriva. Nonostante non fosse affatto liberato dal dolore, una biografia dell’epoca lo descrive piacevole, amichevole, gaio, gentile con tutti. Nonostante non fosse mai comodo, né seduto su una sedia né sdraiato a letto, imparò matematica, greco, latino, arabo, astronomia e musica. Scrisse un trattato sugli astrolabi e una storia del mondo, dalla nascita di Cristo al tempo suo, che gli meritò le lodi dei competenti del tempo. Si dilettò pure di musica, e pare probabile che sia lui il compositore dello stupendo inno Salve Regina (con quella sua caratteristica melodia in canto fermo che ancor oggi si canta in tutte le chiese cattoliche del mondo), dell’Alma Redemptoris e di altri inni.
Ora Laura Vallieri, insegnante di lettere, con il suo romanzo d’esordio narra la storia di Ermanno come un incontro che ha cambiato la sua vita e che può cambiare la vita di chi lo avvicina. Quell’uomo oltraggiato nel corpo fa scoprire le ferite nascoste della propria anima e fa sentire che la vita può ricominciare. A dispetto delle apparenze, Ermanno non ha paura di desiderare la felicità – come troppo spesso facciamo –, dimostrando che «a nessuno, in nessun momento, può essere impedito di alzare gli occhi verso il cielo».

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