Il cibo per comunicare
Negli articoli precedenti abbiamo affrontato la tematica relativa all’alimentazione soffermandoci sul tipo di alimento da somministrare e abbiamo fatto qualche accenno alle problematiche comportamentali che derivano dal ruolo sociale del cibo nelle relazioni tra uomo e cane. Infatti sia per l’uomo sia per il cane (ed è così per tutte le specie sociali) non sempre la gestione del cibo è guidata da esigenze di fame bensì da quelle di comunicazione.
Esiste negli animali sociali una gerarchia nell’accesso alle risorse di cibo che riflette una precisa scala di grado.
Per i cani che vivono in branchi di consimili l’accesso al cibo è controllato dall’animale dominante (animale alfa) per un motivo semplice: è l’animale più forte che controlla la riproduzione, quindi per assicurare la selezione dei geni più forti è necessario che questi abbia l’accesso primario alle risorse di cibo, sia in termini di quantità che di qualità. Inoltre, quando l’animale dominante mangia gli altri stanno a guardare, e sono obbligati ad aspettare pazientemente il proprio turno. Quando questo arriva, gli altri animali mangiano rapidamente perché in qualunque momento può essere loro negato l’accesso al cibo. Le regole stabilite in un gruppo vengono mantenute e rafforzate dai rituali, che legano e rassicurano il gruppo ed evitano o prevengono confronti e sprechi di energia.
Riassumendo possiamo quindi dire che l'accesso al cibo significa per il cane conquista di potere nel gruppo in cui vive e ritualizzare le relazioni significa controllare questi rapporti. Da qui l’importanza della giusta comunicazione tra uomo e cane sulla base delle conoscenze di etologia canina e la necessità di non cadere in interpretazioni antropomorfiche (umanizzate) dei comportamenti animali che possono condurre solo a gravi errori.
Cosa succede, dunque, quando un cane entra nel nostro “gruppo” o famiglia? Lo accogliamo e cerchiamo di conquistarci il suo affetto. Tutto ciò va bene se proviamo a costruire una relazione sana con il nostro amico a quattro zampe tenendo conto di quanto detto per l’accesso al cibo e per i rituali.
- Il cibo va usato esclusivamente per placare la fame e non come mezzo per ottenere affetto e come premio alla fine di un lavoro per rafforzare una sequenza di comandi.
- Bisogna, inoltre, evitare che cattive abitudini diventino rituali.
In conclusione l’accesso al cibo anche per gli animali riveste un valore sociale; è spesso ritualizzato ed è talvolta associato, in caso di disordini alimentari, a condizioni patologiche. Spesso aspetti relativi alla comunicazione tra uomo e animale a proposito di cibo possono essere causa di gravi incomprensioni e possono provocare nel cane problemi di educazione, disordini alimentari e patologie comportamentali.
Nei prossimi articoli vedremo cosa è consigliabile evitare e quali sono i comportamenti da adottare per scongiurare fraintendimenti.
(A cura della dott.ssa Letizia D'Avino – Centro medico veterinario "Zoe", via Aldo Moro 75, Somma Vesuviana, Napoli)