Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

Jonas Jonasson - Bompiani 
Jonas Jonasson

Miglior libro dell’anno 2009 in Svezia, anche in Italia ha avuto un grande successo. Non lascia indifferenti: o ci si abbandona con piacere alla lettura o si interrompe, detestandolo. Non sono possibili mezze misure, anche perché si tratta di un libro di oltre 400 pagine. Io mi colloco tra i lettori che l’hanno amato, pur trovandolo decisamente fuori formato. Mi sento di suggerirlo a quei lettori in cerca di un libro divertente ma intelligente, paradossale, leggero. Un libro da metropolitana alle sette del mattino. Impossibile non solidarizzare fin dalle prime righe con Allan, singolare vecchietto che, alla vigilia del suo centesimo compleanno, quando già nella sua casa di riposo erano stati allestiti grandi festeggiamenti, decide di darsela a gambe. Con le pantofole ai piedi scavalca la finestra e si incammina verso la libertà. O meglio verso un’infinita sequenza di peripezie, delitti, inseguimenti con auto improbabili, elefanti e accidenti di ogni genere. La storia procede su due livelli temporali: da un lato segue Allan lungo la sua fuga avventurosa, dall’altro racconta la sua vita lunga un secolo attraverso il Novecento, con le rivoluzioni, le guerre, i regimi totalitari, le crisi mondiali. Sì, perché la sua professione di artificiere lo mette in contatto con Franco, Truman, Stalin, Mao Tse Tung, Churchill, Einstein. E al lettore resta il dubbio che la grande Storia – quella con la S maiuscola – in fondo sia stata ancora più folle di quella del povero Allan, con la s minuscola.

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