Il caso Evo Morales e il diritto internazionale

Vari Paesi europei hanno negato lo spazio di volo all’aereo del presidente della Bolivia, costringendolo ad atterrare in Austria e a subire una perquisizione del velivolo. E se fosse accaduto al capo di stato tedesco, francese, italiano? Perché questa palese violazione della legge?
Evo Morales all'aeroporto di Vienna

Vi immaginate cosa succederebbe se ad un aereo ufficiale con a bordo la cancelliera tedesca Angela Merkel o il presidente francese François Hollande venisse negato improvvisamente il permesso di attraversare lo spazio aereo di vari Paesi, obbligandolo a un atterraggio di emergenza e pretendendo di realizzare una perquisizione del velivolo? Un putiferio. Ebbene é successo, ma con un presidente non europeo e proprio in questi giorni.

L’aereo che trasportava il presidente della Bolivia Evo Morales di ritorno da Mosca, dove aveva partecipato ad una riunione dei Paesi produttori di gas. Mezz’ora prima di attraversare lo spazio aereo del Portogallo, ha ricevuto il diniego dalle autorità portoghesi di attraversare lo spazio aereo nazionale. Effettuata l’inversione di rotta, anche la Francia ha fatto sapere lo stesso, seguita, secondo le autorità boliviane e poi smentita in modo poco credibile dai rispettivi ministeri, da Spagna e Italia. Il velivolo ha dovuto compiere un atterraggio di emergenza a Vienna, dove durante le lunghe 14 ore il presidente boliviano é stato sottoposto a pressioni internazionali notevoli, mentre si ventilava l’idea di perquisire l’aereo, prima che venisse chiarito che a bordo con lui non viaggiava la talpa della CIA, Edward Snowden, ricercato dalle autorità degli Stati Uniti. L’informazione era falsa, oppure maliziosa, ed era stata fatta circolare, forse, per punire preventivamente l’intenzione della Bolivia di concedere asilo politico a Snowden.

La protesta delle diplomazie di Argentina, Ecuador, Uruguay, Perù, Cuba e Venezuela non si é fatta attendere. L’UNASUR (l’ente che riunisce i Paesi sudamericani) prenderà in analisi il caso. Intanto gli ambasciatori dell’Italia e della Francia sono stati convocati presso il ministero degli esteri boliviano per dare spiegazioni.

Risulta difficile pensare ad un decisione autonoma dei governi di Parigi, Madrid, Lisbona e Roma vista la simultaneità dei dinieghi. È chiaro che l’ordine é venuto da Washington. Il problema? Un aereo ufficiale con a bordo un capo di governo o di Stato gode del diritto di extra-territorialitá, come un ambasciata, e quindi gode dell’immunità diplomatica. Quand’anche esistesse una formale richiesta di cattura di Snowden ed un preciso capo d’imputazione, ancora non pervenuto, a nessuno (politici, poliziotti, militari) potrebbe mai venire in mente di perquisire l’aereo di un capo di Stato senza provocare uno scandalo internazionale di grandi proporzioni.

Siamo di fronte a un doppio episodio nel quale viene calpestato il diritto internazionale. Proprio mentre Barack Obama deve chiarire a mezzo mondo perché e in base a quale diritto internazionale, venissero intercettate informazioni proveniente dalle diverse ambasciate straniere presso gli Stati Uniti e perché si é fatto lo stesso con i capi di Stato che hanno partecipato al vertice del G20, si verifica l’episodio della chiusura dello spazio di volo europeo al presidente Morales. Ma si sa, la Bolivia è lontana e non é nè la Francia, nè la Germania.

Ma il diritto internazionale é lo stesso in Europa e nelle Americhe. E che ci piaccia o meno non fa differenze tra un Paese ed un altro. Tutte le volte che i fatti dicono il contrario, si tratta di una prevaricazione che va condannata senza esitazioni, perché altrimenti stiamo avallando l’instaurazione della legge della giungla, che privilegia sempre i più forti.

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