Il cardinale O’Brien in “esilio”

Dopo l'ammissione di "comportamenti inaccettabili", all'arcivescovo è stato vietato di vivere in Scozia. I fedeli dopo lo smarrimento sono tornati a frequentare le parrocchie e ora attendono vescovi che siano davvero uomini di Dio. Dal nostro corrispondente dalla Gran Bretagna
La croce divelta di una chiesa

La notizia che al cardinale Keith O’Brien è stato vietato di vivere in Scozia è stata una sorpresa per lo stesso arcivescovo, che si è trasferito in una casa parrocchiale sulla costa di Dunbar, poco a sud di Edimburgo. Ma, in ogni caso, la maggioranza dei cattolici scozzesi, ritiene che sia giusto che, almeno per un certo periodo di tempo, il cardinale debba vivere altrove.

L’ammissione, da parte di O’Brien, di essere coinvolto in scandali omosessuali è stato uno shock per i cattolici della Scozia. Il cardinale, infatti, era molto popolare tra la gente della sua diocesi per le sue capacità comunicative. Tra i rappresentanti del clero, tuttavia, la notizia non è stata del tutto una sorpresa. Da tempo, tra i sacerdoti della diocesi, c’era un senso disagio nei confronti del cardinale proprio a causa del suo comportamento.

Molti cattolici scozzesi  hanno provato rabbia e disperazione all’ammissione da parte di O'Brien del suo “inaccettabile comportamento”, ma tanti hanno provato anche una certa comprensione per un uomo le cui umane debolezze sono state rivelate in un modo così scioccante e pubblico.

Con la metà delle otto diocesi della Scozia che stanno aspettando la nomina dei nuovi vescovi, i cattolici scozzesi attendono con ansia uomini che abbiano una forte vita spirituale e una visione capace di tirali fuori da questo oscuro periodo. La Chiesa cattolica in Scozia è arrivata a un punto così basso della sua storia che molti pensano che, prima di riprendersi, le cose rischiano di andare anche peggio.

Tuttavia, nonostante, le grandi difficoltà, i sacerdoti delle parrocchie scozzesi segnalano una crescente frequenza ai sacramenti, l’opposto di quello che ci sarebbe aspettati in simili circostanze.

È chiaro che la Chiesa cattolica in Scozia, come quella irlandese, anche se per ragioni differenti, stia attraversando un periodo di purificazione molto doloroso. L’ importante è che s’impari la lezione, altrimenti c’è il pericolo che gli stessi errori possano ripetersi.

La Chiesa scozzese è stata costretta a riesaminare in profondità sé stessa e le sue strutture.  Attraverso la preghiera, la riflessione e un’ampia consultazione, potrebbe riemergere in uno stato di salute migliore, con una maggiore credibilità in grado di dare una genuina testimonianza della vita del Vangelo.

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