Il cardinale João Braz de Aviz si racconta ad “Uno di noi”
«“Vai o ti ammazziamo”. È il 1981 e don João è in viaggio verso Palmital, nello Stato di San Paolo, in Brasile. Pensa alla parrocchia di cui ha accettato di occuparsi per sostituire un confratello che deve assentarsi per due mesi, quando scorge una macchina in panne parcheggiata vicino a un ponticello.
Si avvicina, qualcuno potrebbe aver bisogno di aiuto, pensa il sacerdote. E pensa male, perché in quell’auto, tutt’altro che in panne, stazionano dei rapinatori in attesa di un furgone portavalori che dovrebbe passare da lì a poco… Lo sequestrano. Non ci vuole molto perché il furgone arrivi e si scateni una sparatoria furiosa, ma inconcludente, perché il mezzo è blindato, i vigilantes armati fino ai denti, il carico inespugnabile… allora, perché non mandare il giovane prete a parlamentare? Pensa uno dei malviventi.
Don João protesta, ma la risposta, e un fucile puntato alla schiena, non lasciano scelta. Riesce a fare solo tre passi, prima che una delle guardie giurate gli scarichi addosso un fucile a canne mozze. Passeranno altre tre ore, sotto la pioggia, prima che don João riceva una qualche forma di soccorso.
Sul suo corpo si contano 130 buchi, il sangue esce copioso dalla bocca, alcuni denti sono esplosi, un piombino si è infilato nella cavità ossea dell’occhio, altri nel polmone, una ventina nell’intestino… Una penna di metallo ha deviato un proiettile che altrimenti avrebbe raggiunto il cuore. Seguiranno sei ore di operazione… e la salvezza. Don João Braz de Aviz, è oggi il prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica, nominato da Benedetto XVI dal gennaio del 2011 su suggerimento di Jorge Mario Bergoglio».
Con il racconto di un sanguinoso attentato di cui è vittima nel 1981 inizia l’articolo-interivista di Angelo De Lorenzi al Cardinale João Braz de Aviz pubblicato dal settimanale “Uno di noi, Francesco e la sua Chiesa".
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