Il carcere minorile di Roma canta con il Gen Rosso
La reazione della quarantina di “ospiti” che tra rimorsi, rivalse e delusioni alternano le ore dei giorni da scontare è stata immediata quanto inattesa. Sono ragazzi e ragazze tra i 14 e i 25 anni, per la maggioranza di lingua araba. Dal primo momento in cui il Gen Rosso sale sul palcoscenico succede una cosa inaspettata! Non sapevano che qualcuno tra di noi parlasse la loro lingua, e si sento subito dei “nostri”. Era Lito, un gen dell’Egitto che fa il DJ a Roma e che ha esordito alla grande, facendo da ponte tra noi e i giovani.
Fra ritmi, canzoni, applausi e profonde riflessioni il tempo vola! Arriva il momento di coinvolgere attivamente il pubblico quando Helanio esclama: «Sappiamo che fra voi c’è qualcuno che canta…!». Con un salto tre ragazzi “rapper” salgono sul palco. Dopo aver scambiato due parole con Ygor, il nostro musicista alle percussioni, e con Juan Francisco alla chitarra, su un “beat” improvvisato i tre iniziano a cantare. Presto si unirà a loro un quarto ragazzo. Si alternano in arabo, qualcosa viene detta in francese, poi aggiungono l’italiano… e di nuovo l’arabo. Il pubblico è scatenato! Tutti battono il tempo con le mani.
I 4 giovani si alternano con il Gen Rosso e, nel gran finale, tutti sono coinvolti: le guardie, la direzione e il “gruppo visitatori” di Shalom, Opera Lumen, Fazenda, Movimento dei Focolari e Nuovi Orizzonti nell’ambito della Missione Roma 2023. A quel punto la direttrice sale sul palco. Si rivolge subito ai ragazzi e dice: «Grazie a voi! Grazie per l’educazione che avete saputo dimostrare, per l’attenzione e la partecipazione. Cosa dite? Li chiamiamo di nuovo?». La risposta fra applausi e urla è incredibile! Seguono i saluti insieme fra strette di mano, pacche sulle spalle, grandi sorrisi, abbracci ed inviti a ritornate presto.
È saputo che «dove due o tre sono riuniti…» può succedere qualcosa di molto speciale. E ancor di più quando accade in quel luogo, tra persone con un bagaglio pesante alle spalle… È inevitabile provare un misto di dolore, rabbia e speranza.
I nostri amici ritornano nelle loro celle, noi ci mettiamo in viaggio per la via del ritorno. Ognuno si porta dentro qualcosa di profondo, mentre siamo tutti fortemente ricaricati dalla stessa sorgente inesauribile.
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