Il capitale umano

Una volta tanto, nelle sale l’Italia è in primo piano. Esce l'ultimo lavoro di Paolo Virzì, un'indagine su una borghesia avida e senza umanità; "Un boss in salotto" di Luca Miniero con Rocco Papaleo e Paola Cortellesi; "Sapore di te" di Carlo Vanzina, remake del successo degli anni Ottanta, e "Il grande match" con Stallone e De Niro
Locandina del film "Il capitale umano" di Paolo Virzì

Il capitale umano
Paolo Virzì vince una scommessa, quella di un racconto, ambientato in Brianza – una “licenza” rispetto al romanzo di Stephen Amidon – dove una borghesia avida, spietata, festeggia la sua mancanza di umanità. Un’Italia che esiste, senza cuore se non per i soldi, e quando questi mancano, espone la propria fragilità. Virzì quindi lascia per una volta la commedia per una indagine, un tantino ideologica, sulla società nostrana, su chi per i soldi rovina l’Italia e il futuro dei giovani, ingenui e disperati al tempo stesso. È un mondo di adulti egoisti senza valori. Ma Virzì frena il pedale della denuncia per regalarci un ritratto familiare dall’interno, in cui un cast perfetto – la sottile e ambigua Valeria Bruni Tedeschi, il sulfureo Fabrizio Gifuni, l’amorale Fabrizio Bentivoglio, la bravissima Valeria Golino – dà anima e corpo alla metafora di un Paese che deve ritrovare sé stesso, la forza sincera dei sentimenti veri. Virzì affronta il dramma e, nonostante alcune incertezze narrative, dirige un lavoro disturbante e prezioso.

Sapore di te
Carlo Vanzina, nel remake di “Sapore di mare”, grande successo del 1983, ritorna a Forte dei Marmi per una commedia corale, leggera, briosa, scintillante anche, dove ogni personaggio è ritratto a puntino nel suo ruolo: da Maurizio Mattioli, un grande che andrebbe molto più valutato, a Nancy Brilli, da Giorgio Pasotti a Serena Autieri, da Eugenio Franceschini a un Vincenzo Salemme formidabile nel delineare l’onorevole dalla doppia morale… E si potrebbe continuare, perché le figurine sapide e mai volgari dei personaggi si allineano con un ritmo divertente che non stanca, a dimostrare che Vanzina è perfetto nel costruire un film pulito, ammiccante e senza troppi pensieri, se non qualche freccia – sottintesa – al costume italiano d’oggi.

Il grande match
Due star come Sylvester Stallone e Robert De Niro nei panni di due pugili che irridono la vecchiaia se le danno e giocano a scambiarsi battute sull’età. Dei due, Stallone è quello che ci riesce meglio, De Niro – che ormai si ritaglia apparizioni in numerosi film, come nel recente "American Hustle" – un po’ meno. Ma il risultato è divertente, soprattutto perché i due attori – smessa la rivalità degli anni buoni –, possono permettersi di prendersi in giro. Regia di Peter Segal.

Un boss in salotto
Ancora una commedia italiana, ancora una storia facile e scintillante, diretta con gioia evidente da Luca Miniero e con un ottimo esito al botteghino. La napoletana trapiantata a Bolzano, che si vergogna delle origini e fa la “nordica”, ha un fratello sospetto boss che le arriva in casa e combina disastri. Scombina la vita del marito, il preciso e grigio Luca Argentero (bravissimo), ma quanto durerà la finzione? È meglio il successo apparente o la pace familiare? Vedersi il film in cui Paola Cortellesi è perfetta come lo stralunato Rocco Papaleo.

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