Il cannibale è diventato uno dei tanti

Il pronostico per il prossimo Tour de France di Eddy Merckx, campione di tutti i tempi.
Eddy Merckx

Avete mai cercato di far capire una grande emozione ad un amico? Avete mai provato a descrivere qualcosa sapendo che tanto non si troveranno mai le parole giuste?

Allora potete continuare a leggere, stringendo a distanza un patto di solidarietà con chi ha scritto, perché non si troveranno mai le frasi giuste per descrivere Eddy Merckx, figlio di una generazione passata, per la grande famiglia del ciclismo. Se esiste un posto dove gli eroi dello sport vivranno per sempre, Eddy possiede una copia delle chiavi per entrarci. Antoine Blondin, premio Goncourt per la novella, riferendosi a Merckx pronunciò questa frase: «Appartiene al patrimonio universale dello sforzo umano».

Eppure, se ti capita di incrociarlo per strada, sembra “uno dei tanti”, senza vezzi né fronzoli che possono etichettare il prestigio di una persona.

 

La giornata è afosa e colorata da oltre duemila ciclisti che hanno voluto passare una domenica in allegria, sfidandosi lungo le strade ondulate della val d’Adige per onorare la corsa dedicata al campione belga. L’occasione è quella giusta per tornare bambini, preparare il taccuino per l’autografo e la macchinetta fotografica per catturare uno scatto dal sapore speciale. Ma con l’occasione, non si può fare a meno di chiedere qualche impressione sul Tour de France che verrà, ad uno che ha sfilato sui Campi Elisi per cinque volte indossando la maglia gialla. L’italiano è corretto ed Eddy non fa mistero nel dichiarare il suo amore per l’Italia che per lui è come una seconda casa, avendo corso gli anni migliori della sua carriera con squadre del nostro Paese. «Il prossimo Tour de France? Senza dubbio il favorito è Alberto Contador dell’Astana – ci risponde –, ma Andy e Frank Shleck, i due fratelli lussemburghesi, gli daranno filo da torcere, ne sono certo. I Pirenei saranno decisivi quest’anno, la tappa dove si scalerà il Tourmalet sarà il punto chiave della corsa. A Parigi sarà un corridore completo, forte in salita e a cronometro, a salire sul gradino più alto del podio».

 

Un salto indietro per capire il personaggio. 1972. Al Tour de France Eddy indossa la maglia dell’italiana Molteni; a sfidarlo ci sono lo spagnolo Louis Ocaña, l’unico che è riuscito a mettere in crisi il campione belga in salita l’anno prima, e il nostro Felice Gimondi. Tutti sanno chi è il più forte e le statistiche parlano chiaro: Merckx sta vivendo una stagione da marziano! Nel carniere il quinto dei suoi sette successi nella Milano-Sanremo, la Freccia Vallone, la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro d’Italia. Successi che potrebbero saziare la fame di vittorie di qualsiasi campione; invece Eddy ha appena l’acquolina in bocca e non si accontenta. Sulle Alpi vive una giornata “interlocutoria” arrivando secondo sul traguardo del Mont Ventoux, lasciandosi alle spalle Ocaña che soffre per una bronchite. Qualche giorno più tardi, il 14 luglio, per non annoiare il pubblico, si inventa l’impresa: attacca in salita e si invola tutto solo verso il traguardo di Briançon, relegando Gimondi a 1’31’’. Il giorno dopo, goloso ed insaziabile, acciuffa lungo la discesa del Col du Galibier l’olandese Jaap Zoetemelk, che in volata deve arrendersi allo strapotere del “Cannibale”. Il 21 luglio si corre la penultima tappa, una cronometro di 42 chilometri, Eddy assapora il gusto forte della vittoria, la lotta è solo per i gradini più bassi del podio. Merckx divora tutto il divorabile, vince la tappa e mette la firma sul suo quarto successo al Tour de France. Il nostro Gimondi, l’eterno rivale, chiude secondo con un distacco di quasi undici minuti.

 

Se aprite gli almanacchi, scoprite che il banchetto di quella memorabile stagione targata 1972, alla tavola di Merckx, ha visto servire dopo il Tour diversi “primi piatti” prestigiosi come il Giro di Lombardia, il Giro del Piemonte, il Trofeo Baracchi e il Giro dell’Emilia e un “secondo” dal gusto amaro, la piazza d’onore nel mondiale di Gap, in Francia ad agosto, dove viene beffato da due scomodi clienti: i nostri Franco Bitossi e Marino Basso che conquista l’iride. Lo champagne viene servito freddo alla fine di ottobre: Eddy a Città del Messico mette le ali e sigla il nuovo record dell’ora. È l’apoteosi.

 Un giorno qualcuno chiese a Felice Gimondi se aveva mai visto Merckx buono e tranquillo, lui rispose: «Quando era in gara mai! La corsa era corsa, ovvero attaccare. Voleva creare battaglia per divertire la gente, ma voleva anche divertirsi. Le cose cambiavano solo la sera quando ci ritrovavamo al bar per bere insieme un buon whisky».

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