Il cancro? Questione di sfortuna
Leggendo le notizie di questi giorni, se ci si ferma ad un’occhiata superficiale ai titoli, potremmo avere l’impressione che un nuovo studio (Cristian Tomasetti e Bert Vogelstein, Variation in cancer risk among tissues can be explained by the number of stem cell divisions), pubblicato sulla prestigiosa rivista Science dimostri proprio questo. Applicando complessi modelli matematici alla frequenza con la quale i diversi organi e tessuti vengono colpiti da neoplasie, i ricercatori hanno mostrato una correlazione stringente fra il tasso di moltiplicazione delle cellule sane e lo sviluppo di malattia in quel tessuto, legata ad una mutazione del DNA. Soltanto in un terzo dei casi il “difetto di programmazione” nelle cellule neoplastiche è dovuto a predisposizioni ereditarie (ad esempio una minor efficacia nei meccanismi di controllo o di riparazione) oppure all’effetto di stimoli ambientali, come sostanze cancerogene o radiazioni.
La maggior parte delle volte avviene un errore casuale, tanto più frequente quanto numerose sono le divisioni delle cellule normali, che richiedono la duplicazione del loro DNA. Un meccanismo di malattia, attivo soprattutto in determinati organi e tessuti, che sembra legato più alla “cattiva sorte” (questa una traduzione del termine usato nello studio) che all’esposizione a fattori nocivi per la salute, e che quindi rischia di far sembrare secondari gli sforzi per la promozione di stili di vita sani nel contesto della lotta ai tumori.
In realtà, le cose non stanno affatto così: sappiamo da tempo che esistono, accanto a noti e comprovati fattori che facilitano lo sviluppo della malattia, meccanismi di mutazione cellulare dovuti al caso. Conoscerli meglio è importantissimo – ed è lo scopo del lavoro – per la messa a punto di test diagnostici precoci, che possano evidenziare sul nascere queste alterazioni, permettendo di intervenire con cure risolutive nelle primissime fasi di malattia. La lotta su questo fronte non deve essere confusa con l’importanza della prevenzione di quei fattori che provocano la malattia tumorale con meccanismi ben conosciuti, nient’affatto legati al caso, come il fumo di sigaretta, l’esposizione a sostanze cancerogene e a radiazioni ionizzanti.
Condurre uno stile di vita sano e seguire le regole diffuse, ad esempio, in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro, rimangono un baluardo essenziale per ridurre il rischio di ammalarsi: e in questi casi, la sfortuna non c’entra per niente.