Il calzolaio e la calzatura
«Se vuoi capire una persona, guarda le sue scarpe» sentenziava Pina, l’anziana signora ch’era entrata amorevolmente a far parte della nostra famiglia. E i suoi insegnamenti, per noi, non si discutevano, avevano valore di dogmi indiscutibili. La calzatura infatti – dal materiale alla forma, dal colore alla marca, dalle condizioni fino a come è mantenuta – dice molto dell’uomo o della donna che la indossa.
Un osservatore attento, dalle scarpe sa trarre preziose informazioni sul carattere della persona che le porta. E l’acquisto d’un paio di scarpe, anche quando è dettato dalla pura necessità, può essere sempre un gesto di piacere: a volte ci si può concedere il vezzo d’uno sfizio, il lusso d’una comodità impagabile (mi hanno regalato l’anno scorso un paio di scarpe che mi hanno cambiato la vita, evitandomi il mal di schiena!), un momento d’eleganza per un’occasione particolare.
Le scarpe ora fanno da primedonne in una mostra davvero interessante che attraverso un mix di 200 pezzi in esposizione – calzature della letteratura, di fiabe, di film, di musiche – racconta la loro storia. E le storie dei loro geniali fabbricanti e inventori: i calzolai, a volte superbi artigiani, a volte veri e propri artisti. Dai sandali egiziani del 1500 anni a.C. ai celebri stivali inventati dal Duca di Wellington, l’uomo che vinse Napoleone (stivali che in inglese si chiamano ancora wellington), dai tacchi a spillo di Marylin Monroe alle zeppe di 50 cm del Rinascimento, dai mocassini degli indigeni d’America alle indimenticabili scarpe con i lacci che indossava Charlotte Rampling, la calzatura ha segnato il costume dei popoli.
E anche la cultura. Tante fiabe infatti parlano di scarpe. Prima fra tutte Cenerentola (e tutte le versioni cinesi, indiane ecc… di questa fiaba che affonda le radici in culture millenarie) con la scarpetta, d’argento o di cristallo, creata dalla magia. Poi il celebre Gatto degli stivali, e gli Stivali dalle sette leghe che compaiono in versioni della Bella addormenta nel bosco e in Pollicino. E infine le celeberrime scarpe di rubino di Dorothy, la protagonista del Mago di Oz.
Ma una fiaba nella fiaba sembra proprio essere la sua, quella di Salvatore Ferragamo, che dal suo paese nella provincia di Avellino, senza un soldo, agli inizi del ‘900 partì per l’America, dove il suo talento gli procurò una grande fortuna: si trasferì ad Hollywood e divenne il “calzolaio delle stelle”. Si narra che scoprì il suo talento fabbricando le scarpe per la prima Comunione della sua sorellina. Poi nel ’27, Ferragamo tornò in Italia, immigrante alla rovescia, si piazzò a Firenze, si sposò con Wanda, ed ebbero sei figli. Lì nel fiorentino trovò gli artigiani che gli garantivano la qualità che lui cercava, e da lì vendette prestigiose scarpe in tutto il mondo. Rimane famosa la visita che gli fece a Firenze Greta Garbo, durante la quale gli ordinò 70 paia, tra sandali e scarpe. Eccessi da diva! E a noi,a cui non è concesso di permettersi quei lussi, rimane la possibilità di fare shopping con gli occhi nelle vetrine… o concederci una visita al museo della scarpa!
Il calzolaio prodigioso (Museo Ferragamo), Fiabe e leggende di scarpe e calzolai. Dal 19 aprile 2013, aperto tutti i giorni 10 – 19.30