Il calcio secondo Zeman
In serie B c’è una squadra che da diciotto anni attende il ritorno in serie A. Alla sua guida, un allenatore vero filosofo del pallone
Ventinove punti e terza posizione in classifica. Su Pescara è tornato a soffiare forte il vento di passione per il calcio; brezza che ha spazzato via le ultime nubi grigie del fallimento societario avvenuto nel 2009.
Qualche decennio dopo Gabriele d’Annunzio, per ironia della sorte o semplice destino, un altro “poeta” ha voluto legare la sua storia a quella del capoluogo abruzzese. Questa volta però non c’è irredentismo, ma solo un modo di interpretare il calcio con uno stile unico, che ha reso l’allenatore ceco Zdenek Zeman una sorta di “vate” del gioco del pallone. Schema di gioco fisso, 4-3-3 a zona, velocità e spettacolo, sono i versi messi in rima dall’allenatore boemo, ormai italiano d’adozione, anche grazie al suo pacato e granitico aplomb.
Sabato scorso, allo stadio Adriatico di Pescara, il derby d’alta classifica contro il Padova guidato da Alessandro Dal Canto è finito uno a uno. Due punti “mancati” da entrambe le parti, un risultato che mantiene aperta la classifica al vertice e le aspirazioni di due squadre candidate alla conquista della promozione diretta in serie A.
«Non cambia niente, si sapeva che era una partita difficile» sono state le prime parole di Zeman nel dopo partita, dopo aver subito un goal in zona Cesarini. Della serie: il calcio è un gioco, uno sport, un mezzo che dà alla gente la possibilità di divertirsi. Sì, perché nel fantastico paese di “Zemanlandia”, al di là di un’entusiasmante vittoria o di una rocambolesca sconfitta, la dignità di una squadra è sempre al primo posto. Non è il “quanto” che importa, ma il “come” si vince o si perde. Così ogni calciatore allenato da Zeman diventa protagonista e artefice di un calcio popolare, volto allo spettacolo, pulito ed onesto.
Sabato ne abbiamo avuto la controprova. Durante una veloce azione d’attacco al 38′ del primo tempo, Insigne, giovane promessa del Pescara, tocca il pallone mandandolo sul fondo. L’arbitro assegna il calcio d’angolo al Pescara. Insigne però non ci pensa su due volte, si volta e dichiara: «L’ho toccata io per ultimo!». L’arbitro, preso in contropiede, porge la mano destra pronunciando un sonoro: «Bravissimo». Dagli spalti scattano gli applausi, e i giocatori della squadra ospite non risparmiano qualche fraterna pacca sulle spalle.
Anche questo è il calcio secondo Zeman: una filosofia che non tramonta mai e che sopravvive a qualsiasi scandalo sportivo. Per fortuna…