Il caimano
Uscito in campagna elettorale, Il caimano ne è uno dei mezzi con cui la sinistra critica il premier avversario sui modi di aver gestito i soldi, di aver indirizzato le proprie tv, di essersi espresso al parlamento europeo e nei processi. I temi esposti non sono diversi da quelli denunciati nei confronti televisivi. La differenza sta nel fatto che esso è un film coinvolgente con personaggi espressivi, firmato da un regista notevole. Un certo umorismo e un ritmo via via più sostenuto rendono efficaci le scene cruciali. Sono mostrati anche alcuni spezzoni dal vero, che non si erano mai visti. Ad un produttore (Silvio Orlando) viene propo- sto di fare un film su Berlusconi e viene spiegato come su un personaggio italiano così importante non sia mai stata girata nessuna pellicola, mentre su altri all’estero, su Bush ad esempio, ne siano state fatte diverse. Il difficile, però, è trovare chi abbia il 69 Città nuova n.8 2006 ARTE E SPETTACOLO coraggio di interpretarlo e dove trovare i fondi. Alla fine sarà Nanni Moretti stesso che lo interpreterà, assumendo, anche se in poche scene finali, atteggiamenti simili a quelli del poco rassicurante onorevole, che lui stesso interpretò ne Il portaborse. Come sfondo ai lavori preparatori alle riprese, appare una società da Italietta dai toni preoccupanti, come la possono vedere gli europei. Una famiglia si sta sfasciando e i bambini sono disorientati, una coppia di donne litigano su come allevare un figlio ottenuto con metodi artificiali, il cinema è funestato dal disimpegno e, addirittura, dal cattivo gusto trash. Torna fuori, insomma, l’ottica del regista sui modi permissivi, evidenziati in opere precedenti, come ad esempio in La messa è finita. Tutto questo, nell’attuale film, diventa l’ambiente sul quale, secondo Moretti, prospera il caimano. Una denuncia decisa, nello stile di pellicole sociali di altri registi, una critica allarmante non solo nei confronti del premier temuto, ma anche di un andazzo diffuso, che comunque resterà anche dopo la sua eventuale sconfitta. Regia di Nanni Moretti; con Silvio Orlando, Margherita Buy, Michele Placido, Jasmine Trinca, Nanni Moretti. FACTOTUM Presentato a Cannes nel 2005, il film di Bent Hamer con uno strepitoso Matt Dillon nel ruolo dello scrittore Hank Chinaski, si inserisce nel consueto filone biografico degli artisti maledetti che, tra fumo donne e poca adattabilità sociale scoprono a fatica il loro talento, riuscendolo a far emergere. Come è poi accaduto nella realtà. Ben scritto, con una sceneggiatura agile ed una regia che ama il ritmo incalzante e i dialoghi puntuali, non privo di una certa benevolenza verso il personaggio, il film non divaga in compiacimenti estetizzanti, ma si snoda nervoso per 90 minuti a tratteggiare non solo uno stile di vita, ma soprattutto una ricerca di una vocazione e di una identità. Regia Ben Hamer; con Matt Dillon, Lili Taylor,Marisa Tomei. FUOCO SU DI ME Nella Napoli del 1815, mentre Gioacchino Murat sogna una impossibile unità d’Italia, il giovane Eugenio cerca la propria via nella vita, tra le delusioni della carriera militare, la scoperta di un amore puro e gli inviti del nonno Nicola ad una scelta. Troverà l’amore e sé stesso, alla fine, in modo misterioso. Di impatto teatrale e letterario, il film si inserisce in un preciso filone esistenziale- storico tipico di certo nostro cinema, ricco di contenuti e di impulsi per lo spettatore. Avvalendosi di una fotografia luminosa e di musiche accurate, di una regia attenta al dettaglio, l’opera si gioca intorno al carisma di Omar Sharif (il nonno), allo charme dell’indiana Sonail Kulkarni e alla forte espressività dell’Eugenio di Massimiliano Varrese. Pregi che sopravanzano una certa lentezza del film, che va rivisto per gustarlo nelle sfumature. Regia Lamberto Lambertini; con Omar Sharif,Massimiliano Varrese, Sonali Kulkarni. LA PANTERA ROSA Torna l’Ispettore Clouseau in una serie di esilaranti avventure di una comicità stralunata, ma sempre gradevole, pur con qualche tocco greve. Steve Martin è perfetto nel ruolo di un uomo tanto geniale quanto imprevedibile e svanito, accompagnato da Jean Reno in ottima forma, con un ritmo spiazzante e vorticoso che non fa rimpiangere troppo Peter Sellers. Formidabile la scena della lezione d’inglese. Brio, vivacità e un commento musicale azzeccato fanno il resto. Almeno per una volta al cinema si può ridere di gusto. Regia Shawn Levy; con Steve Martin, Kevin Kline, Beyoncé Knowles.