Il Brahms di Francesco La Vecchia

Le sinfonie 3 e 4 proposte, dirette e incise dal vivo dal maestro all'Auditorio Conciliazione. Un'opera da riscoprire e apprezzare
Francesco La Vecchia

Non capita spesso di ascoltare una dopo l’altra le sinfonie nn. 3 e 4 di Johannes Brahms. Ma Francesco La Vecchia le ha proposte, dirette ed incise – nonostante cellulari e colpi di tosse in sala (che peccato!) – all’Auditorio Conciliazione. Coraggiosamente, perché le registrazioni dal vivo devono sempre fare i conti con il clima del pubblico, la resa orchestrale, le situazioni personali… e mille altri elementi che possono rendere difficile l’esecuzione.

Dunque, Brahms. La sua malinconia, la sua tristezza, la vena elegiaca e il melodismo cantabile – poggiato su brevi, incisivi temi – si alternano a continui tormenti dell’animo, esplosioni gioiose, ma anche di indicibile sentimento della fine di un’epoca. La struttura è classica, beethoveniana, possente nell’architettura, e gli echi di Bach e del sinfonismo postbeethoveniano insistenti. Una classicità ombrosa, tuttavia, introversa.

Non è facile per una orchestra, soprattutto formata da molti giovani, districarsi tra  le variazioni emotive di questa musica, avere tempi giusti, colori soprattutto: ma in Brahms non si creano atmosfere alla Debussy, piuttosto siamo dentro una energia viva, robusta, di solido ceppo germanico. In definitiva, l’alternarsi di mestizia e gioia trascorre nelle due sinfonie, apice del romanticismo di fine ‘800 e dell’anima brahmsiana. Il risultato? Musica bellissima, avvolgente e trascinante, che parla al cuore e alla mente.

La Vecchia ha diretto con fuoco – e impegno, la musica è esigente – e l’orchestra lo ha seguito. Belli i violoncelli che hanno riacquistato calore e colore. Per chi ama la musica, sono lavori da scoprire, assolutamente.

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