Il blu della speranza

Quanto è grande il bisogno di sicurezza di un bambino adottato?
piccolo principe

Racconto una esperienza che ci può insegnare qualcosa al riguardo.

Ho conosciuto un bambino che si è espresso così : “Quando mi dissero che stavano per arrivare dei genitori per me, ho capito che era successa la magia che aspettavo. Io lo sapevo che succedeva, li aspettavo”.E ha poi disegnato la sua nuova famiglia e, in mezzo al gruppo, se stesso come un mago, tutto blu (non fa pensare a Mago Merlino?).

 

I genitori mi hanno detto che questo bimbo ha molto sofferto nell’orfanotrofio. E lui adesso getta una luce su quel buio:” Li aspettavo”, dice. Come a dire : c’era una speranza che mi sosteneva.

 

E nel disegnarsi così , come uno che fa le magie, prova gioia nel ritenersi quasi autore di questo miracolo. Cosa c’è di più utile per mantenersi saldi che non pensare di poter essere protagonisti della propria vita?

Più ti senti sottomesso al potere e più, per non crollare, coltivi il sogno di poter cambiare tutto.

I bambini la chiamano “magia”. Questo bambino, ad un anno di distanza dall’adozione, sorride alla mamma mentre dice questa cosa.

 

Nella vita quotidiana ha ancora tanto bisogno di sicurezza ,a causa della grave privazione patita per anni. Più è stato grande il “buco” di sicurezza e più è lungo il tempo per colmarlo. Ha ancora tanti momenti di rabbia, di sfiducia , di incertezza.

Perciò ho attaccato al muro quel disegno, per sostenere i suoi genitori (e tutti gli altri genitori adottivi a cui racconterò “la magia”) con il blu della speranza che non si arrende.

 

(dal blog Infanzia… di Maddalena Triggiano)

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