Il Berlioz di Muti – Depardieu.
Ravenna Festival. Ravenna, Palazzo de André. Chissà come avrebbe commentato l’intelligentis simo e scontroso Berlioz la serata in cui Riccardo Muti ha interpretato la sua Symphonie Fantastique e poi, con la recitazione scandita e forte di Gérard Depardieu, il seguito ideale della sinfonia, cioè Lélio ou Le retour à la vie? Credo che sarebbe rimasto, lui, l’incontentabile, molto soddisfatto. Muti ormai vive una giovinezza dolce. Sarà perché la sua Orchestra Cherubini ha acquistato un suono che si modella sulla precisione e il canto, sarà per il contatto con i giovani che la compongono, il fatto è che la Symphonie è apparsa una interpretazione galvanizzante. Colori, ritmo, tempi precisi ma anche rubati, fraseggiare degli archi, impasti caldi degli ottoni, vivacità delle percussioni…, hanno reso omaggio alla fantasia con cui Berlioz, a suo tempo, ha creato l’orchestra moderna: un organismo vivo, capace di esprimere qualsiasi sentimento, anche il fantastico, il bizzarro, il demoniaco, secondo il gusto romantico tipico del compositore. Nel secondo brano, l’azione drammaturgica Lélio, impersonato da un attore che recita davanti ad un sipario chiuso dietro cui suona l’orchestra, si descrivono le visioni dell’artista che, per placare le proprie sofferenze d’amore, cerca rifugio nell’oppio, ma, alla fine, è la musica che lo consola e lo ristora intimamente. L’argomento, come si nota, è vecchio e attuale nello stesso tempo: l’ispi razione ha bisogno di un nutrimento artificiale, oppure va cercata in un’altra direzione, più vera? La direzione di Muti e la recitazione di Depardieu hanno fatto centro. Nessun artificio barocco, né nell’orchestra, né nella voce. Piuttosto, un continuo scambio fra il suono vocale e quello strumentale, in sincronismo perfetto. Le inquietudini del protagonista, i momenti di slancio e di tenerezza, di lotta e di pace hanno visto un’orchestra ormai capace di un suo suono italiano (cioè limpido, melodioso e flessibile), capace di scandagliare la psicologia variegata di Lélio, e la musica emotiva di Berlioz. Depardieu è stato misurato, insieme a Muti. Il miglior omaggio di due grandi al musicista fantasioso e al pubblico che, ancora una volta, ha colto la verità del detto che tutte le arti sono sorelle.