Il Bambin Gesù dalle mani Il bambin Gesù dalle mani
Quando il Vasari nelle sue Vite narrò che il Pintoricchio aveva dipinto nelle stanze segrete di papa Alessandro VI una Madonna col bambino e il papa in preghiera – ritraendo nella Vergine Giulia Farnese – nessuno ci credeva. Si pensava ad una delle leggende che infiorettano l’opera del biografo aretino; anche perché negli Appartamenti Borgia del quadro non c’era traccia. Eppure, prima di Vasari ne avevano parlato cronisti come Stefano Infessura e Rabelais in visita alla Capitale nel 1536. Passano i secoli, il racconto è posto tra le leggende. Ma nel 1940 una principessa romana visita il palazzo di una nobile a Mantova. Essa mostra alla principessa e ai suoi due figli – uno dei quali lo storico dell’arte Giovanni Incisa della Rocchetta – una tela in cui si vede una Madonna col bambino e un papa che tocca teneramente i piedi del Bimbo. Lo storico nota che la tela è del Seicento, assomiglia a due frammenti di affresco che egli, discendente dei Chigi, tiene in casa. Si butta nelle ricerche d’archivio. Risultato. La tela mantovana è la copia dell’opera del Pintoricchio creduta perduta, fatta ricopiare invece dal Duca di Mantova, prima che Alessandro VII – un Chigi – facesse sparire l’affresco vaticano, in seguito al processo di damnatio memoriae verso il Borgia. Lo studioso comunica la notizia, ma pochi gli credono. Tuttora la maggior parte degli storici ritiene che Vasari abbia fatto confusione: la Madonna col bambino e il papa non stava nella camera da letto di quest’ultimo, ma è l’affresco tuttora in una sovrapporta dell’Appartamento Borgia… Nel 2004 un affresco col Bambin Gesù dalle mani compare sul mercato antiquario. Uno studioso come Franco Ivan Nucciarelli se ne accorge e lo collega al fratello tuttora appartenente ai Chigi – la Madonna, appunto – rimasta invenduta, a differenza del Bambino. Si moltiplicano le indagini storiche, tecniche, stilistiche e il giallo è risolto. L’affresco in mostra è realmente del Pintoricchio e proviene dal cubicolo del papa Borgia.Vasari aveva ragione. Così, dopo 500 anni, un pezzo di storia e d’arte ritorna in vita. Il Bambino dell’affresco è bellissimo, con colori rosati che ne raffigurano l’aria soave. Due mani lo sorreggono: una, delicata, sulla destra è della madre; l’altra, che ne prende le piccole dita in segno di affetto e richiesta di protezione è quella forte del papa. Lontano, sfuma un ombroso paesaggio con la morbidezza decorativa così cara al pittore. La dolce maestà dell’affresco è indicativa sia dello stile aristocratico del pittore e sia della considerazione del brano da parte del pontefice. Sarà la Madre ritratta sotto le fattezze di Giulia Farnese? Il mistero rimane. La meraviglia è aver ridato vita, quasi casualmente, ad un brano suggestivo dove storia e arte si sono incontrate. Pintoricchio. Il Bambin Gesù dalle mani. Roma, Palazzo Venezia, fino al 9/9 (cat. Quattroemme).