Il ’68 che ha fatto rumore
Il periodo storico che ruota intorno al 1968 è stato ricco di eventi emblematici a livello mondiale, partendo dagli Stati Uniti fino ad arrivare, con qualche anno di ritardo, anche in Italia. È l’epoca della ribellione da parte dei giovani, che non accettano più di essere sottomessi al cosiddetto “sistema dominante” e usano tutti i mezzi a loro disposizione per gridare al mondo: “Noi ci siamo!”. Uno di questi, a mio parere uno dei più famosi e caratteristici di questo periodo, è la musica rock.
Durante Loppianolab 2018 abbiamo partecipato a un seminario tenuto dal critico musicale Franz Coriasco, che ci ha raccontato come questo genere musicale, nato proprio in quegli anni come forma di protesta, si sia sviluppato fino a diventare un vero e proprio “fenomeno”. La diffusione e il successo quasi praticamente immediato della music rock è stato dovuto al grande impatto che questa ha avuto negli ambiti estetici, ideologici ed economici dell’epoca. Il rock nasce grazie all’incontro fra la cultura musicale afroamericana e quella dei “bianchi” occidentali. Si fa musica soprattutto per avere un linguaggio universale con il quale propagare le proprio idee e farle arrivare al maggior numero di persone possibili.
Come tutte le grandi rivoluzioni della storia, però, anche questa ha, insieme ai suoi pro, anche i suoi lati negativi. Con la grande fama che raggiungono le prime band “rivoluzionarie” come i Rolling Stones, i Beatles, il duo Simon and Garfunkel, ma anche i tanti cantautori come Bob Dylan, Jimi Hendrix, Janis Joplin, tanto per citarne alcuni, i giovani desiderosi di far conoscere la propria musica diventano un vero e proprio mercato. Ed è per questo che si rivoluziona anche il mondo della discografia. Fino agli avvenimenti del ’68 chi investiva su un artista talentuoso si occupava di trovare un pubblico che lo apprezzasse mentre, dopo il “boom” di questo nuovo genere musicale, avendo già a disposizione un pubblico con esigenze molto più precise da soddisfare, si va alla ricerca dell’artista in grado di soddisfarle. Questa condizione porta inevitabilmente a un abbassamento della qualità della musica e ad una progressiva perdita del messaggio rinchiuso spesso nei testi. Pochi anni dopo la sua nascita, infatti, il rock diventa uno strumento in più nelle mani del famoso “sistema dominante” dal quale originariamente cercava di evadere.