Il 6 maggio 1861 nasceva Tagore

Un anno dedicato a celebrare i 150 anni dalla nascita del grande poeta indiano, insignito nel 1913 del Nobel per la poesia
Festeggiamenti di Tagore
Da un anno si susseguono diverse iniziative per celebrare i 150 anni dalla nascita di Radindranath Tagore, il grande poeta indiano insignito nel 1913 del Nobel per la poesia. Ma Tagore non è stato solo un poeta.

 

Figlio di una delle grandi famiglie brahmine fondatrici dell’odierna Kolkata (come da vari anni à stata ribattezzata Calcutta), il suo genio, accanto alla poeia, a composizioni teatrali e capacità pittoriche notevolissime, ha dato vita ad una metodologia pedagogica nuova, che si è espressa nell’esperienza di Shanti Niketan – centro della pace. Si tratta di un vastissimo campus completamente inserito nell’ambiente della pianura del Bengala, presso il villaggio di Bhojpur, a tre ore di treno dalla capitale del Bengala. Le case stesse, spesso, ripetono i motivi e le caratteristiche delle abitazioni Santhals, gli abitanti indigeni di questa parte del Bengala. I loro costumi, come pure le costruzioni, sono inconfondibili. Tagore, e tutti coloro che sono venuti dopo di lui, non li ha mai spinti al limite del campus. Le due realtà sembrano amalgamate ed armonizzate. Il grande poeta ha sempre fatto di tutto per assicurare una dimensione universale a questo ambiente educativo, come dicono il nome ed il motto che Tagore scelse per questa scuola ed università, Viswa Bharathi, “Dove il mondo si forma in un unico nido”.

 

Entrambi parlano chiaramente della visione educativa del Nobel indiano: coniugare l’India e la sua ricchezza culturale e religiosa con il mondo intero. Aveva viaggiato molto in Europa, in Asia ed in America, anche quella del Sud, e, come tutti i grandi, aveva saputo leggere nei segni dei tempi. Precursore di una cultura patrimonio della famiglia universale, Tagore aveva intuito che per una vera formazione non si poteva fare a meno della mondialità. Per questo ogni anno si svolgevano festival che sottolineavano la ricchezza culturale dell’India, ma anche manifestazioni che favorivano il contatto di ambienti culturali distanti e, spesso sconosciuti, fra di loro. La tradizione rimane, sia pure attenuata nella sua spinta carismatica.

 

Shanti Niketan ha attraversato momenti difficili e criticità di diverso tipo, ma resta come un esempio, unico nel suo genere di educazione della nuove generazioni. Le classi si svolgono quasi sempre all’aperto, a contatto con la natura. Università e scuola elementare e media convivono nello stesso campus.

 

Un particolare importante è il Mandir (il tempio – luogo di culto). È una costruzione che attira anche il visitatore più sbadato. Ancora nella sua costruzione originale, a vetrate colorate, questa sala rivela tutta la genialità spirituale di Tagore. Ogni venerdì, giorno di vacanza a Shanti Niketan, si riempie di studenti ed insegnanti per un momento di preghiera che non è mai stato confessionale. Gli studenti, tutti accovacciati a terra, nei sari gialli le ragazze e nelle loro kurte bianche i ragazzi, si accalcano nella grande sala, nella veranda e balconata all’esterno in un silenzio che è sacro. Alle 6 e mezza in punto un gruppo di allievi e di insegnanti intona un canto che rende l’atmosfera ancora più pregna di divino. È in bengalese, la lingua di Tagore, una lingua dolcissima e poetica. Si leggono passi del Gita, libro sacro per eccellenza dell’induismo, e si scorrono brani di testi di altre religioni. Il tutto dura non più di venti minuti ma l’impressione che lascia nell’anima è profondissima.

 

Particolare importante. Fu proprio Tagore a soprannominare Gandhi, ‘Mahatma’, Grande Anima, e ne ricevette in cambio il nome, Guru Das, servo di Dio. Tagore e Gandhi, due giganti del movimento di rinnovamento che portò all’indipendenza dell’India, ebbero anche contrasti forti sulle strategie da adottare, ma sono rimasti entrambi fondamentali nella costruzione dell’India indipendente.

 
Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons