Il 2 giugno 70 anni dopo
Nel giugno 1946 veniva proclamata la Repubblica e solo sei mesi più tardi la nuova Costituzione. Chi l'avrebbe detto qualche anno o anche solo pochi mesi prima, durante le adunate oceaniche a piazza Venezia o sotto le bombe degli aerei alleati? Eppure è andata così.
In meno di tre anni l'Italia è passata dalla guerra alla pace, dalla dittatura mussoliniana ad un ordinamento democratico, dal regime monarchico alla proclamazione della Repubblica, avvenuta esattamente 70 anni fa, il 2 giugno del 1946. E questo percorso insperato, fulmineo e incontestabilmente positivo avrebbe compiuto un ulteriore passo in avanti (l'ultimo di tali momenti fondanti) sei mesi più tardi, il 1° gennaio del 1947, con l'entrata in vigore della nuova Costituzione, appunto democratica e repubblicana.
L'Italia, uscita distrutta e divisa dalla tragedia del totalitarismo fascista e della Seconda Guerra Mondiale, ha trovato la forza e la capacità di risorgere materialmente e moralmente in pochi anni grazie prima di tutto proprio a quel suo nuovo quadro istituzionale e civile, determinatosi a tempo di record e nel quale l'avvento della Repubblica è stato il momento centrale e forse più caratterizzante.
È il caso di riprenderne coscienza oggi, ricordando il 70° anniversario della nascita della Repubblica Italiana, senza indulgere a una retorica di circostanza. Cioè riappropriandoci dei valori umani, politici e morali che permeano e sostanziano la nostra Costituzione, e che per certi versi appaiono a molti sempre più lontani e traditi. Alla vigilia di più di una scadenza elettorale importante, incluso il referendum di ottobre sulle modifiche da apportare o meno alla nostra Carta Costituzionale, oggi è l'occasione per riflettere con serietà e onestà.