I vescovi, uomini di speranza

Cerimonia solenne ieri in Vaticano per l’ordinazione di quattro nuovi vescovi. «Se vivrete con Cristo – ha detto loro il papa – anche voi diventerete sapienti. Allora diventerete astri che precedono gli uomini e indicano loro la via giusta della vita»
Georg Ganswein

Una cerimonia grandiosa celebrata nella maestosa basilica di San Pietro. Si respirava l’aria dei “grandi eventi” ieri in Vaticano: papa Benedetto XVI ha scelto infatti la solennità dell’Epifania per ordinare quattro nuovi vescovi. L’attenzione mediatica era altissima, tutta centrata sull’ordinazione a vescovo del segretario personale del papa, da tutti conosciuto come padre Georg Gaenswein, ora "promosso" anche a prefetto della Casa pontificia.

Per l’occasione erano presenti tra le prime file alcuni politici italiani, tra cui il premier uscente Mario Monti e i ministri Andrea Riccardi e Lorenzo Ornaghi. Eppure, nonostante il clamore della notizia, le telecamere e il bagliore delle luci della Basilica, c’è stato un momento della liturgia che è riuscito a fermare il tempo, a strappare l’attenzione dalle forme esterne di una cerimonia per riportare mente e cuore a un essenziale che emoziona sempre. Un momento che si ripete nella storia, che ha origini lontane, che ha costruito nel tempo la Chiesa: è il momento in cui il vescovo si inginocchia disteso per terra come segno di umiltà, di fedeltà a Dio.

Con padre Georg sono stati ordinati vescovi  mons. Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, e i nunzi apostolici mons. Fortunatus Nwachukwu e mons. Nicolas Thevenin.

Sono molti in Italia e tanti tra i lettori di Città Nuova checonoscono personalmente mons. Zani. E che hanno provato una gioia particolare a vederlo così ieri tra le “braccia” del papa. Gioia perché in tanti conoscono con quanto impegno Zani ha lavorato per i giovani, per la loro formazione. In tanti lo ricordano quando dal 1995 al 2002 ha diretto l'Ufficio Cei per l'educazione, la scuola e l'università. Fu poi chiamato in Vaticano e nel novembre scorso papa Benedetto XVI in persona lo ha scelto e nominato come nuovo segretario della Congregazione per l'educazione cattolica.

Ieri il papa, nella omelia, ha pronunciato parole bellissime per descrivere i tratti, il ruolo, il carisma che ora mons. Zani, padre Georg e i nuovi vescovi ordinati dovranno impegnarsi a realizzare con la loro vita. Facendosi ispirare dalla storia dei re magi, il Santo Padre ha descritto i vescovi come «uomini dal cuore inquieto. Uomini spinti dalla ricerca inquieta di Dio e della salvezza del mondo». Uomini dunque che cercano Dio e sono in cammino verso di lui.

Chi è dunque il vescovo oggi? È – ha detto ieri il papa – un uomo a cui «gli uomini stanno a cuore». Dev’essere «un uomo per gli altri». E in un tempo come il nostro, foriero di incertezze e ombre sul futuro, dove tutto è diventato più difficile, dove il patto sociale che nel tempo dei nostri padri sorreggeva la società si è frantumato, in un tempo come questo, il vescovo deve essere soprattutto un «uomo di fede», colui cioè che «indica agli uomini la strada verso la speranza e l’amore». Per una missione così, vale la pena spendersi con totalità e nel pieno delle forze fisiche. E la consegna lasciata ieri dall’anziano papa ai giovani prelati, riapre, e per sempre, le pagine senza fine della Chiesa. «Astri che precedono gli uomini e indicano loro la via giusta della vita».

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