I vertici e i migranti morti asfissiati

L'incontro di Vienna che doveva esaminare la situazione di accoglienza dei Balcani rischia di fermarsi alle dichiarazioni di principio mentre occorrono decisioni che modificano congiuntamente la convenzione di Dublino e la rendano vincolante
Vienna

Il vertice sui Balcani che ieri si è svolto a Vienna è stato scosso dalla notizia delle decine di migranti morti in un camion: avevano da poco traversato la frontiera tra Austria e Ungheria eludendo i controlli.
Le dichiarazioni successive alla strage sono le stesse dei giorni scorsi: incrementare solidarietà e accoglienza, dicono alcuni, rafforzare frontiere e respingimenti rispondono altri.
Il vertice di Vienna è un appuntamento annuale che ha per oggetto i temi dell’immigrazione: lo scorso anno l’Italia non era nemmeno stata invitata. Quest’anno invece si, anzi nel 2017 il vertice si svolgerà a Roma.

Tuttavia è inutile parlare solo di migranti facendo ogni giorno la conta dei vivi e dei morti. Così come hanno poco rilievo le posizioni assunte da singoli Stati. La decisione della Germania rispetto alla convenzione di Dublino ha certamente un suo peso: in Germania da ora in poi verranno acquisite anche le domande di asilo delle persone che prima di giungervi hanno traversato altri Stati.
Tuttavia fino ad ora nessuno si è sentito ispirato ad imitarle la Merkel in questa importante decisione.

Ma i vertici dovrebbero parlare di altro: di modificare di comune intesa la Convenzione di Dublino, così da renderla vincolante per tutti i Paesi che i aderiscono.
Di corridoi umanitari per facilitare il transito e il collocamento dei profughi.
Di guerra e di pace in Siria, in Iraq, in Nigeria, in Somalia, in Libia e in ogni altra regione martoriata da guerre, persecuzioni, torture.
Di avviare negoziati lunghi e faticosissimi, che subiscono spesso battute di arresto, ma poi riprendono. L’esperienza libica delle ultime ore lo dimostra esplicitamente. L’abbandono del negoziato ONU da parte delle autorità di Tripoli non è un buon segnale, ma si spera di potere ricominciare nuovamente a mettersi tutti intorno al tavolo per cercare di riportare il controllo proprio in questo Paese da cui gli implacabili scafisti continuano a traghettare povera gente.
Aspettiamo presto altri vertici, ma con un oggetto diverso. Non sui i migranti, ma sulla rimozione delle cause delle migrazioni.
 

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