I Vangeli di Dostoevskij

200 anni fa è nato il grande scrittore russo, diamo un assaggio delle tematiche dei suoi romanzi per chi non avesse ancora avuto l'occasione di immergersi nella profondità delle sue pagine
Dostoevskij

Mostre, tante conferenze, articoli sui giornali, programmi televisivi, film documentari – tutto questo perchè 200 anni fa è nato il grande scrittore russo Fedor Michailovic Dostoevskij.

Come tanti scrittori che si studiano a scuola, anche Dostoevskij e le sue opere sono state per me, fino ad oggi, sconosciute nel loro vero significato e nel loro contributo alla cultura mondiale. L’occasione di questo anniversario mi ha dato la possibilità di iniziare ad aprofondire in un modo tutto nuovo la vita e il percorso spirituale di Dostoevskij, espresso nei suoi grandi capolavori.

I suoi romanzi più famosi sono basati sulle verità della Bibbia spesso citate e commentate dai personaggi descritti.

In particolare il Nuovo Testamento ha accompagnato lo scrittore a partire dal periodo dei lavori forzati in Siberia, dove è stato mandato per aver aderito ad un circolo di intellettuali socialisti. La Bibbia era l’unico libro che i carcerati potevano possedere e Dostoevskij lo ha sempre tenuto sotto il suo cuscino.

L’esilio in Siberia è stato per lo scrittore un periodo di trasformazione. Ha infatti avuto l’occasione di conoscere gli angoli più bui dei cuori dei compagni con lui detenuti. Nello stesso momento ha capito che la gente più cattiva del popolo semplice conserva quello che hanno perso le persone più brave dell’„intelligentia”: la fede in Dio e la coscienza della propria peccaminosità come diceva il suo amico Vladimir Solovjov, uno dei più grandi pensatori religiosi russi della fine del XIX secolo.

Un altro momento forte della sua ricerca di Dio è stata la visita al monastero ad Optina Pustyn, dove si era recato dopo la morte dell’amato figlio Alioscha. Si racconta che il monaco Ambrogio, con il quale Dostoevsjkij ebbe vari colloqui, fosse stato preso dallo scrittore quale prototipo per il personaggio di Padre Zosima nel suo romanzo I fratelli Karamazov. In questo modo viene in evidenza la figura dei padri spirituali chiamati „starets” che sono stati una guida spirituale nella Chiesa ortodossa russa fino alla rivoluzione bolscevica.

Nelle sue opere Dostoevskij tocca molti temi importanti e attuali per gli uomini di ogni epoca come il senso della propria esistenza, la coscienza e la libertà, la cattiveria e la sofferenza.

Come scrive in una delle sue lettere, si sente profondamente figlio del suo tempo, di un secolo pieno di dubbi e mancanza di fede e, come lui stesso spiega, sono proprio le molte contrarietà che la vita presenta a rendere la sete della fede ancora più forte. Confessa che ci sono però momenti mandati da Dio, quando tutto si compone in un unica armonia e pace, e questi sono per lui il simbolo della fede, cioè di Cristo.

I quattro capolavori Delitto e castigo, L’Idiota, I demoni e I fratelli Karamazov sono stati definiti dal metropolita Hilarion Alfeev „I Vangeli di Dostoevskij”.

Lui si preparava a lungo per descrivere Cristo e desiderava comporre un romanzo dedicato solo a Gesù ma non è riuscito a scriverlo. Per avvicinarsi alla Sua Persona lo descriveva attraverso i personaggi che gli assomigliavano come il principe Mishkin, padre Tichon, starets Zosima, Alioscha Karamazov. Gesù Cristo appare come personaggio nel capitolo intitolato „Il grande inquisitore” del romanzo I fratelli Karamazov. Come spiega il metropolita Hilarion, Dostoevskij ha cercato durante tutta la sua vita l’immagine di Gesù. Nel romanzo Gesù dice solo due parole „Talita kum”, mentre compie il miracolo di risuscitare dalla morte la bambina, proprio come nel Vangelo. Il grande inquisitore assomiglia a Ponzio Pilato ma a differenza di lui, non aspetta le risposte di Gesù. Nel suo monologo mostra la visione della società costruita senza grandi valori, che cerca soltanto di essere sazia in senso materiale pagando questa sazietà con la perdita della libertà: è il sistema senza Dio. Questo è quanto si realizzerà nella storia poco dopo la morte del scrittore attraverso il regime comunista ed è la conferma del genio di Dostoevskij e del suo sguardo profetico.

Ne I fratelli Karamazov Gesù non dice più nessuna Parola perchè ha già dato tutte le risposte nei Vangeli.

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