I repair caffè
Bevi caffè e ripara: dall’Olanda arriva l’idea anticrisi. Il progetto, partito tre anni fa, favorisce lo scambio dei saperi.
Basta con l’usa e getta. Anche la crisi economica ci impone di trovare soluzioni alternative al consumismo sfrenato. Si sa, riciclare rifiuti fa bene all'ambiente ed è anche l’unico metodo per risolvere problemi legati a discariche sature e insufficienti.
Uno dei pochi dati positivi della crisi è l’aumento della solidarietà tra i cittadini contro la cultura del consumismo diffuso. E così in Olanda sono nati i primi “repair cafè”, locali cioè dove riparare oggetti in modo totalmente gratuito, davanti una tazza di caffè o di tè.
Chiunque può portare un oggetto rotto o non funzionante e trova un esperto che mette a disposizione la sua professionalità per risolvere il problema. Uno sgabello che traballa, il lettore cd dello stereo che non funziona più, o un vecchio orologio che sballa l’orario. Basta portarli ad un “repair cafè”. In Olanda sono più di quaranta i centri di pronto soccorso che offrono consulenza.
Si tratta di coffee shop, associazioni culturali o sedi di fondazioni aperti a tutti, dove gratuitamente o dietro donazioni volontarie personale qualificato e appassionati del do it yourself (fallo da solo) aiutano a riparare oggetti rotti di vario tipo, davanti a un dolce o a una tazza di tè.
Il progetto, partito tre anni fa, favorisce lo scambio dei saperi. È una buona occasione per scambiare due chiacchiere con le persone del proprio quartiere, o del proprio condominio che si ritrovano in questi luoghi d’incontro. Infatti, chi porta un oggetto da riparare, diversamente da come succede quando si va in un negozio, non lascia lì l’oggetto e va via. Anzi, assiste, impara, scambia due chiacchiere, aiuta con le proprie mani e va via soddisfatto per aver trascorso il tempo coltivando la propria cultura del “faida-te”.
L'intenzione non è quella di sostituirsi ai professionisti del settore o di entrare in concorrenza con i centri di riparazione ma, al contrario, di sostenerli diffondendo il più possibile la cultura del recupero.
In Italia l'esempio che più si avvicina è la ciclofficina, dove gratuitamente si può portare la bici da aggiustare, o magari portare pezzi di ricambio di biciclette in buono stato che potrebbero essere utili per altre biciclette.
(dal blog In stile sobrio di Aurelio Molè)