I Premi Pulitzer 2016

Il dramma dei migranti al centro dell’informazione nelle foto vincitrici del più prestigioso riconoscimento giornalistico degli Stati Uniti, giunto alla centesima edizione
Foto vincitrice della sezione Breaking News Photography

Sono l’agenzia Reuters e il New York Times i due vincitori del Premio Pulitzer per la fotografia, il più prestigioso riconoscimento giornalistico degli Usa, per aver raccontato con le immagini il dramma dei profughi nel Mediterraneo. All'Associated Press, invece, è stato attribuito il premio per il servizio pubblico, in merito all'inchiesta sullo sfruttamento del lavoro nella catena di distribuzione del pesce. Ovvero, secondo l’agenzia Usa, circa duemila schiavi coinvolti nell’industria del pesce, in un traffico che si estende fino ai supermercati e ai ristoranti. Sono lavoratori stranieri, provenienti soprattutto dalla Birmania, sfruttati a bordo di pescherecci a Benjina, in Indonesia. L’inchiesta ha portato alla liberazione di oltre duemila persone, la condanna dei colpevoli e l’avvio di riforme. Ai vincitori delle varie sezioni vengono consegnati 10 mila dollari, e al vincitore della categoria “giornalismo per il bene pubblico”, una medaglia d’oro.

 

I Premi Pulitzer riguardano anche, oltre al giornalismo, la letteratura e la musica. Giunto alla centesima edizione, il Pulitzer fu istituito da Joseph Pulitzer nel 1917 ed è gestito dalla Columbia University di New York, con una giuria composta da 19 persone del mondo dell’informazione, del mondo accademico e letterario.

 

Tra gli altri premi del giornalismo il Breaking News Reporting è andato alla redazione del Los Angeles Times per la copertura della strage a San Bernardino, California, dove il 2 dicembre 2015 due attentatori spararono in un centro dei servizi sociali uccidendo 14 persone e ferendone 21. Ad Alissa J. Rubin del The New York Times l’International Reporting per aver raccontato le traumatiche esperienze e crudeltà subite dalle donne afghane.

 

L’Investigative Reporting a Leonora La Peter Anton e Anthony Cormier del Tampa Bay Times e Michael Braga del Sarasota Herald-Tribune che hanno raccontato l’aumento della violenza e le difficili condizioni di vita negli ospedali psichiatrici della Florida.

 

L’Explanatory Reporting, a ProPublica, testata giornalistica online senza fini di lucro fondata nel 2007 (nel 2010 è stato il primo giornale online a vincere il Premio Pulitzer), nella persona di Christian Miller, e a Ken Armstrong del Marshall Project (testata giornalistica no-profit e apolitica che riferisce e analizza il sistema di giustizia penale degli Usa), per aver saputo raccontare l’insufficienza delle forze dell’ordine nell’indagare adeguatamente i casi di stupro, e saputo mostrarne gli effetti traumatici sulle persone che li hanno subiti.

 

Il Breaking News Photography ha visto assegnare due premi: a Mauricio Lima, Sergey Ponomarev, Tyler Hicks e Daniel Etter del New York Times (vedi foto), che hanno fotografato il viaggio dei migranti, i pericoli che hanno affrontato e le difficoltà che incontrano i Paesi che li ospitano; allo staff fotografico di Thomson Reuters, che hanno fotografato il lungo viaggio dei migranti verso destinazioni spesso sconosciute.

 

La sezione Feature Photography ha premiato Jessica Rinaldi del Boston Globe. Il suo reportage si è concentrato sulla vita difficile di un bambino, Strider Wolf, nato in una povera famiglia rurale del Maine. Picchiato quasi a morte dal suo patrigno, da quando aveva due anni, riuscì a scappare rifugiandosi dai nonni, che a causa dei problemi economici persero la casa e finirono in una baraccopoli, poi sgomberata dalla polizia.

 

Anche nella categoria Narrativa il tema del dramma dei migranti tiene banco. Il premio infatti è andato all’esordiente Viet Thanh Nguyen, classe 1971, per il libro The Sympathizer (edito da Grove Press) che racconta la storia di un immigrato dal Vietnam agli Stati Uniti.

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