I parassiti intestinali

Attenzione al contagio, specialmente per i bambini. Precauzione di base: lavare le mani prima di ogni pasto. Le altre indicazioni per evitare problemi
Animali e bambini

Per concludere la nostra carrellata sulle zoonosi più conosciute o che più frequentemente si osservano nell’uomo, faremo un accenno a malattie minori che non provocano rischio di morte nell’uomo, se contratte, ma che sono causa di lievi disturbi, a volte anche poco evidenti, e che spesso coinvolgono i bambini quando non si osservano le più comuni norme igieniche per se stessi e per il proprio amico peloso.

 

Stiamo parlando di parassiti intestinali. Anche in questo caso più spesso la via del contagio è il consumo di alimenti contaminati non ben lavati o una scarsa attenzione verso la propria igiene. Difatti siccome spesso i terreni possono essere contaminati dalle feci di animali randagi lavare le mani prima di ogni pasto ed evitare di mettere mani sporche in bocca dovrebbe essere una regola inderogabile.

 

Tra i parassiti in questione il dipylidium caninum è un verme piatto che si localizza nell’intestino del cane senza dare nell’animale altri segni se non talora una crescita stentata e diarrea o stitichezza. L’infestazione si verifica per ingestione di pulci che sono i vettori di tali parassiti. Le uova sono eliminate con le feci in proglottidi visibili ad occhio nudo ed assimilabili a piccoli chicchi di riso. Nell’uomo l’infestazione può verificarsi nel bambino che può accidentalmente ingoiare il pelo dell’animale, a cui, magari, si sono attaccati pulci o uova di parassiti o più frequentemente mettere in bocca mani sporche soprattutto quando per esempio è in corso un trattamento antiparassitario. Nell’uomo come nell’animale i sintomi non sono pericolosi: mancanza di appetito, perdita di peso, prurito anale ed insonnia.

 

Altri parassiti presenti nell’intestino dei più comuni animali domestici (cane e gatto) sono gli ascaridi e gli anchilostomi, responsabili nell’uomo rispettivamente della larva migrans viscerale (o toxacariosi)  e di quella cutanea (o dermatite verminosa). Nel primo caso le larve di ascaridi possono appunto migrare dall’intestino e localizzarsi ai polmoni, al fegato o in alcuni casi negli occhi causando addirittura cecità. Nella dermatite verminosa, invece, la localizzazione delle larve di anchilostoma avviene nello spessore della pelle, ove provocano dolore e prurito intenso, soprattutto di notte. Sono colpiti soprattutto i bambini con le solite dinamiche: mani sporche portate alla bocca, sia che il bimbo stia giocando direttamente con gli animali infestati sia che il gioco avvenga su terreni o sabbia contaminati da animali randagi che disseminano con le feci le uova dei parassiti.

 

Infine altro parassita, talora sottostimato nei nostri beniamini, è la giardia, un protozoo che spesso produce un’infestazione asintomatica o una banale enterite con diarrea. L’uomo più spesso si infesta mediante contatto con acque contaminate, ma anche la scarsa igiene nel rapportarsi ad animali non controllati può essere causa dell’infestazione.

 

Da quanto detto si evince che le parassitosi considerate non costituiscono un grave pericolo per la salute pubblica, soprattutto per i paesi industrializzati, anche se la globalizzazione come l’aumento degli spostamenti e dei viaggi favoriscono la diffusione di tali parassitosi anche in zone indenni. Accanto a ciò vanno sottolineate le misure che possono scongiurare il pericolo d’infestazione e cioè evitare la promiscuità stretta con gli animali e la scarsa igiene personale, rispettare i divieti di accesso per gli animali nelle aree gioco per bambini, perseguire la lotta al randagismo, eseguire i controlli, le sverminazioni ed i trattamenti antiparassitari periodici degli animali, che non devono essere limitati solo ai primi mesi di vita.

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