I paesi del Sahel lasciano l’Ecowas

L’ultimo vertice di Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale), il 15 dicembre ad Abuja (Nigeria), ha segnato la rottura di Mali, Burkina Faso e Niger con l’Organizzazione degli Stati dell’Africa occidentale.
Una foto della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (ECOWAS) mostra (da sinistra a destra, prima fila) il presidente del Gambia Adama Barrow, il presidente del Ghana Nana Akufo-Addo, il presidente della Nigeria e presidente dell'ECOWAS Bola Ahmed Tinubu, il presidente dell'ECOWAS Omar Touray e la Guinea, il Presidente di Bissau Umaro Sissoco Embalo; (fila centrale) il presidente del Senegal Bassirou Diomaye Faye, il presidente della Liberia Joseph Boakai, il vicepresidente della Costa d'Avorio Tiemoko Meyliet Kone e il presidente della Sierra Leone Julius Maada Bio. (Fila in alto) Il ministro degli Esteri del Togo Robert Dussey, il ministro degli Esteri di Capo Verde Rui Alberto de Figueiredo Soares e il ministro degli Esteri del Benin Olushegun Adjadi Bakari posano per una foto di gruppo durante la 65a sessione ordinaria dell'Autorità dei capi di Stato e di governo dell'ECOWAS, ad Abuja, Nigeria, 7 luglio 2024. Foto Ansa Ecowas

Mali, Burkina Faso e Niger, che da settembre 2023 costituiscono l’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), cesseranno ufficialmente di far parte dell’Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale) a partire dal 29 gennaio 2025. Lo ha dichiarato domenica 15 dicembre Omar Alieu Touray, presidente della Commissione di Ecowas. “La Conferenza prende atto della notifica da parte della Repubblica del Burkina Faso, della Repubblica del Mali e della Repubblica del Niger della loro decisione di ritirarsi da Ecowas”, ha comunicato il presidente Touray.

L’Organizzazione dell’Africa occidentale ha deciso di istituire un periodo di transizione che durerà fino al 29 luglio 2025, al fine di “mantenere le porte di Ecowas aperte ai tre paesi durante questo periodo”, ha aggiunto Touray. “A questo proposito, la Conferenza estende il mandato del presidente del Togo e del presidente del Senegal affinché continuino il loro ruolo di mediazione fino alla fine del periodo di transizione,per riportare i tre paesi all’interno dell’Ecowas”, ha detto alla fine Touray.

Ma è una dilazione che sarà particolarmente utile alla stessa Ecowas… I tre paesi saheliani, infatti, con sorpresa di tutti, hanno offerto comunque libertà di movimento al loro interno ai cittadini dei paesi membri di Ecowas. E l’Organizzazione regionale potrebbe essere in grado di garantire la reciprocità di accesso ai cittadini di Mali, Niger e Burkina Faso.

Questo è forse un modo per auspicare che i paesi Aes non lascino anche l’Unione economica e monetaria dell’Africa occidentale (Uemoa), nonostante le loro ricorrenti promesse di uscire dal Franco Cfa (la moneta unica dell’Africa occidentale) nel medio termine. Ecowas e Uemoa hanno infatti statuti associativi separati. E nella maggior parte dei paesi francofoni, l’adesione all’Uemoa è anteriore alla strutturazione dell’Ecowas.

“La vocazione principale dell’Ecowas era quella di gettare le basi di un mercato comune – ricorda un insegnante-ricercatore –. Poiché i grandi progetti per la costruzione di questo mercato comune hanno come base la stabilità, l’Ecowas ha adottato criteri diplomatici e politici standard, con requisiti di governance e democrazia, per i suoi membri, mentre l’Uemoa è rimasta un’organizzazione puramente economica”.

Le tensioni di Mali, Niger e Burkina Faso con Ecowas si sono esacerbate quando l’Organizzazione africana ha deciso, sotto la pressione del presidente francese Emmanuel Macron, di imporre soffocanti sanzioni economiche ai tre paesi saheliani, ma soprattutto quando è nata l’idea di attaccare militarmente il Niger per riportare il presidente Bazoum (deposto da un colpo di stato militare nel 2023) alla presidenza della Repubblica.

Quello del Niger era il sesto colpo di stato nella regione in tre anni: due in Mali, due in Burkina Faso e uno in Guinea.

Ricordiamo che è stato nel gennaio 2024 che Burkina Faso, Mali e Niger hanno annunciato il loro ritiro “senza indugio” da Ecowas. I tre paesi, che accusavano l’organizzazione di non soddisfare più le aspirazioni dei loro popoli, hanno poi costituito, il 6 luglio 2024, una nuova coalizione chiamata “Confederazione dell’Alleanza degli Stati del Sahel”. E denunciano l’Ecowas come un’Organizzazione ormai strumentalizzata dalla Francia.

Quando fu creata, nel 1975, Ecowas mirava a promuovere l’integrazione economica dei paesi membri, un obiettivo in larga misura raggiunto. Tuttavia, con l’adozione nel 2001 di un patto sulla democrazia e la governance, Ecowas ha tentato di espandere il proprio ruolo politico. Le sanzioni imposte al Mali e al Niger non hanno avuto alcun effetto sui regimi militari dei due paesi, in compenso hanno portato al rifiuto dell’Organizzazione, penalizzando la popolazione e alimentando il risentimento. Ecowas è stata criticata anche per la sua lentezza di reazione di fronte ai colpi di stato, in particolare a quelli di Alpha Condé in Guinea (deposto dai militari nel 2021) e di Alassane Ouattara in Costa d’Avorio, dove Ecowas non ha avuto il coraggio di opporsi fermamente all’estensione unilaterale del mandato presidenziale. Inoltre, e soprattutto, la mancanza di sostegno di fronte alla crisi di sicurezza nel Sahel ha rafforzato la percezione dell’inefficacia dell’Organizzazione, esacerbata dal suo atteggiamento contraddittorio nei confronti di altri recenti colpi di stato. Questi fallimenti hanno seriamente offuscato la percezione di legittimità di Ecowas e alimentato la sua impopolarità.

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