I nottambuli
«Perché a molti giovani piace tanto vivere di notte e poco di giorno?».
Pino - Firenze
Ecco una serie di pregiudizi positivi sulla vita notturna che un buon numero di giovani fa letteralmente propria:
La notte è fatta per divertirsi.
Ci si può divertire soltanto di notte e, soprattutto, dall’una in poi (fino a mezzanotte la notte non è vera notte, al massimo è “sera”).
Più si fa tardi e più ci si diverte.
Le persone “in” aspettano l’alba e prendono il caffè, il giornale e la brioche calda prima di andare a letto; oppure vanno direttamente a lavorare. Per riposarsi c’è sempre tempo.
Le persone “in” non hanno mai sonno e, se ce l’hanno, conoscono molti sistemi per vincerlo.
Il tempo per dormire è “rubato” alla vita.
Coloro che hanno successo nella vita, di solito, dormono molto poco.
Quelli che vanno a letto presto e che non riescono a star su fino all’alba, “non hanno il fisico”.
Di notte si può fare di tutto e il giorno dopo non si è responsabili di quello che si è fatto di notte.
Di notte ci si può lasciar andare e le ragazze “ci stanno” più facilmente.
Di notte si è più liberi di esprimere sé stessi ed è più facile conoscere gente.
Insomma, sembra esserci una modalità isterica di vivere la notte come tempo del godimento a tutti i costi, un tempo in cui si è più aperti e trasgressivi e la società lo permette, anzi addirittura lo prescrive (basti pensare purtroppo a certi orari notturni di non poche discoteche). C’è qualcosa che non va.