I muri prima o poi crollano

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Hanno fatto il giro del mondo le immagini del muro metallico che segna la frontiera tra la striscia di Gaza e l’Egitto, all’altezza della città di Rafah: madri velate che gridavano dando sfogo a una troppo lunga tensione, monelli che saltavano da un gradino all’altro del serpentone arrugginito, anziani che trasportavano sacchi di riso e farina annodati alla meno peggio… Un brevissimo esodo biblico, andata e ritorno, per comprare qualcosa per sopravvivere. Per un muro che crolla a sud, un altro diventa sempre più alto, a nord. Il Medio Oriente ha bisogno di ponti e non di muri, gridava Giovanni Paolo II nel 2004. Attualità stringente.

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