I mille giorni di Renzi

Una agenda di governo fino alla fine della legislatura. Al di là delle promesse e dell’effetto annuncio, nel programma mancano alcune priorità
Matteo Renzi presenta il Programma dei mille giorni

L’accountability.  Il presidente Matteo Renzi, presenta in conferenza stampa la nuova agenda di governo per i prossimi mille giorni a palazzo Chigi. Si passa dai twitter ed hastag quotidiani ad un sito internet, www.passodopopasso.italia.it, dove ogni giorno – si afferma – fino al 31 maggio 2017, sarà possibile controllare i risultati dell’azione di governo, aggiornare i decreti attuativi, i fondi europei utilizzati, seguire l’attività parlamentare dei provvedimenti e l’attività dei ministri; ma anche partecipare, giudicando o proponendo. Accountability, la chiama il premier.

Gli annunci. I temi dei mille giorni sono molteplici: dal taglio alla spesa pubblica alla legge delega sul mercato del lavoro e allo Jobs act  (urgenti per conquistare credibilità in Europa), dalla Pubblica amministrazione alla scuola, dalla sanità alla giustizia e al fisco, dalla riforma della legge elettorale a quelle del Senato e del Titolo V della Costituzione. Il programma verrà presentato in Parlamento entro la fine di settembre.

Le reazioni. Se il premier ammette che la sfida è difficile e va affrontata giorno dopo giorno, con l’impegno a risultati verificabili, le opposizioni non sembrano accontentarsi: FI intravvede «il passo del gambero», la Lega bolla come «stupidaggini» le parole del premier e il M5S già scommette contro la riuscita della «fantomatica agenda». 

I commenti. Il direttore del Sole 24Ore Roberto Napoletano, intervistando Matteo Renzi, gli fa rilevare che «non è condivisibile il calendario delle priorità: l'emergenza è l'economia, non le riforme istituzionali che sono ovviamente molto importanti, ma per noi vengono appena dopo».

E Roberto Romano su Il Manifesto evidenzia che nel programma non si fa alcun cenno alla prossima legge di stabilità (ovvero alla ricerca di risorse per fare le riforme annunciate): «Qualcuno ha sentito chiarimenti circa la manovra da 22 miliardi per il 2015? Il paese è caduto in recessione, in Europa si aggira lo spettro della deflazione, con una disoccupazione reale (italiana) di oltre 6 milioni di persone. Le prospettive di crescita per il 2014 sono negative e quelle per il 2015 potrebbero diventare drammatiche».

Sul Corriere della sera  Sergio Rizzo mette in guardia il premier Renzi perché «l’operazione “sito dei mille giorni”, non si trasformi in un’arma a doppio taglio: promettere è facile, mantenere le promesse molto meno».

L’interrogativo.  Mille giorni sono veramente tanti e sullo sfondo rimane aperta una domanda: è lecito, per il nostro ordinamento politico, che un premier senza mandato popolare possa governare così a lungo senza passare dalle urne?

Intanto il premier, nonostante le critiche di molti, continua a mietere consensi presso l’opinione pubblica. Secondo il sondaggio Ixè di venerdì scorso, ad Agorà su Rai 3, la fiducia in Renzi è al 52 percento. Per il premier è la riprova del fatto che «il governo intende andare avanti sino alla fine della legislatura» e che le «ipotesi di elezioni anticipate lasciano il tempo che trovano perché credo che nessuno, di fronte a queste sfide, e nella situazione in cui siamo, voglia tirarsi indietro».

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