I mille d’Europa
Si dice europei e si intende: solitudine, tristezza, pessimismo. Nella Gold Hall di Bruxelles per la terza edizione di Insieme per l’Europa si dice europei e si intende: entusiasmo, gioia, unità. Un’elegante sala nel moderno Square meeting centre fa da cornice ad oltre mille partecipanti provenienti da tutta Europa in rappresentanza di centinaia di movimenti ecclesiali, comunità cristiane e chiese libere.
Il programma di due ore si dipana unendo alti contenuti e leggerezza. Gli interventi sono brevi e alternati da canzoni ritmate e coinvolgenti. I cristiani d’Europa appaiono allegri, simpatici, densi d’ideali e aperti all’ecumenismo. Le nuove generazioni partecipano con entusiasmo. «L’amore e l’ecumenismo – ci dice Jacques Barrot a manifestazione conclusa, membro francese del Consiglio Costituzionale – sono le due fonti a cui dobbiamo attingere per trovare lo slancio e la speranza. La mia generazione è stata così. Che le lo siano anche le nuove».
«Se il mio continente, l’America, – spiega Lydia Madero, rappresentante del Messico presso il Consiglio d’Europa – avesse sperimentato un’unione di questo tipo, le relazioni tra gli Usa e il mio Paese sarebbero state diverse e non improntate solo al commercio, anche illegale di armi e droga».
Sono presenti anche alcuni politici italiani. «Un’Europa che lascia indietro i bambini greci non è Europa – interviene Giovanni Chiodi, governatore della Regione Abruzzo – sono tempi in cui necessita una nuova visione».
E «una nuova cultura – aggiunge Thomas Römer, responsabile Ymca, è necessaria per una nuova cultura comunitaria». Appare evidente dai numerosi interventi che l’Europa si salva insieme o perisce. Troppo grandi le sfide, i debiti pubblici e troppo poco unita l’Europa.
«Le soluzioni tecniche per salvare l’Europa ci sono – chiosa Romano Prodi, già presidente della Commissione europea – ma manca la volontà per realizzare una maggiore unità politica». Che a molti, pare, la soluzione per una nuova stagione. «Di fronte alle speculazioni finanziarie – aggiunge Prodi – molti governi sono costretti, per non soccombere, a compiere determinate politiche economiche. La nostra sovranità nazionale è così sempre più limitata. Eppure, paradossalmente, per salvare la nostra sovranità dobbiamo perderla per condividerla con gli altri Paesi europei. Solo insieme diventiamo forti. Ed è questo il motivo per cui grandi Paesi come Usa, anche se indebitati, non vengono attaccati dalle speculazioni finanziarie».
Le comunità cristiane d’Europa propongono di rigenerare il tessuto connettivo fatto di famiglie, comunità, Paesi uniti perché «i singoli stati – dice Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, da soli non si salvano. Il nostro è un messaggio cristiano ma ha ricadute sociali e politiche».
È un messaggio di apertura, coraggio, lungimiranza perché «il mondo unito – interviene Maria Voce, presidente dei Focolari, – passa anche per una maggiore unità europea».
Nel suo intervento di apertura Maria Voce, riferendosi al cammino che ha portato all’evento di oggi, ha parlato di «un’impresa affascinante che prepara, in uno spirito di comunione, un futuro di fraternità e di pace per i singoli e per i popoli».
Nella manifestazione molto applaudito l’intervento di Romano Prodi – che ha esaltato la «forza mite dell’Europa» –, e quelli del ministro italiano per la Cooperazione internazionale e per l’integrazione Andrea Riccardi. Tra i presenti il commissario europeo John Dalli e il ministro belga Mark Eyskens.
Nel suo messaggio, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, ha affermato che «il destino europeo si fonda sulla filosofia della relazione e dell’incontro: un’unità nella diversità e per l’alterità». Il ministro Riccardi, ha richiamato, da parte sua, il tema della speranza per l’Europa e dall’Europa al mondo. Ha esortato gli europei a non credere che si possa uscire dalla crisi da soli e a non cedere al pessimismo, richiamando il senso di un destino comune: «La cultura dell’unità – ha affermato – può rigenerare un’anima nella nostra Europa».
Anima dell’Europa evidenziata dalle testimonianze concrete, dalla vitalità e determinazione di giovani e giovanissimi. Anima che s’è potuta apprezzare nelle 144 città europee dove si sono svolte le svariate iniziative ed incontri in contemporanea. Dalla Piazza del Campidoglio a Roma alla sede del Consiglio d’Europa a Strasburgo, da Vilnius a Shengen, da Praga a Madrid, da Chisinau a Tirana, a 29 città tedesche s’è potuto costatare come il Vecchio continente in realtà sia attraversato da una nuova energia per la solidarietà, lo sviluppo e l’unità.
A conclusione è stato lanciato il manifesto “Insieme per l’Europa 2012”. Richiamandosi alla visione di unità dei padri fondatori dell’Europa, i movimenti e le nuove comunità fanno appello ai popoli europei affinché affrontino uniti le sfide del mondo globalizzato e non si ripieghino nell’irrilevanza. «L’Europa è un destino e una necessità perché realizza, in una diversità riconciliata, la civiltà del vivere insieme», si legge nel manifesto.