I giornali zeppi di Medio Oriente, Islam e terrorismo
Nel rito quotidiano cui mi sottopongo nelle prime ore del mattino, cioè la lettura della “mazzetta” di quotidiani, sempre più m’accorgo che una crescente parte delle pagine dei giornali è occupata da temi affini: Islam, Medio Oriente, terrorismo, petrolio, guerre… Eccone un breve florilegio datato 30 marzo 2016:
La mamma di Regeni racconta in Parlamento tutta la sua frustrazione… In Libia si rincorrono coloro che vogliono partire in guerra e coloro che esitano… Assad riconquista vasti territori al Daesh e dice che peserà di più nelle trattative per la Nuova Siria… Palmira ridotta male, ma meno di quanto non si temesse…
Ancora: rilasciato il reporter Faysal Chaffou, scambiato per il terzo terrorista dell’aeroporto di Bruxelles… Indagato un falsario legato ai fatti di Bruxelles: Djamail Eddine Ouali ha operato in Italia… E ci si mette pure un dirottamento dal Cairo a Larnaka, per una questione di donne e non di politica internazionale…
Navighiamo pure nel ludico: partita Italia-Germania a Monaco giocata in stato di assedio della polizia per paura di attentati (e l’Italia rimedia una batosta umiliante)… La Apple riesce a decriptare l’iPhone (pubblicità gratuita!) di Syed Rizwan Farook e della moglie Tashfeen… Salvini a Gerusalemme, trova le sue radici…
Capitolo migranti: l’accordo con la Turchia ci si accorge che non funziona… Mimmo Lucano, sindaco di Riace, chiamato “il “curdo”, tra i 50 di Fortune per l’accoglienza dei rifugiati… 1569 persone soccorse nel Canale di Sicilia…
Anche l’economia ci si mette: ipotesi turca per l’Ilva con la Erdemir… Shell indagata per il petrolio in Nigeria, con l’accusa di corruzione internazionale… Mentre sull’attacco di Lahore è già sceso il silenzio, tranne su Avvenire…
Così. Uno tsunami giornalistico inarrestabile che travolge tutto o quasi. Che dimentica quasi tutti coloro che operano per il bene… Dobbiamo non solo farci l’abitudine, ma anche e soprattutto capire che quanto ci sta accadendo è una svolta epocale per noi europei: un moto globale da gestire bene, senza pensare di essere una monade, senza ritenerci i migliori al mondo, senza voltare lo sguardo…