I Gianisti festeggiano il fondatore
Mahavir Janma Kalyanak ha dato vita intorno al IV secolo a.C., nella valle dell'Indo, ad una tradizione religiosa che ha fatto della non-violenza il suo fondamento. I fedeli sparsi nel mondo ne hanno ricordato la nascita.
Domenica scorsa i Gianisti hanno celebrato la loro festa più importante dell’anno: il Mahavir Janma Kalyanak, che ricorda la nascita di Mahavira, l’ultimo dei Tirthankara, i santi fondatori di questa religione. Mahavira appartiene a quella definita da Jasper come era assiale delle religioni del mondo, fra il VI ed il V secolo a.c., un momento irripetibile che annovera Buddha e Confucio, fra gli altri, ma anche altri come Socrate e Platone, più vicini all’occidente.
Il Giainismo, praticato da una esigua minoranza in India e da piccole comunità in diaspora (Inghilterra, USA, Canada, Australia, Singapore), insegna l’austerità e la purezza di vita per arrivare alla salvezza. Al suo interno si pratica il monachesimo, sia maschile che femminile, distinto in due grandi scuole: Digambara e Svetambara. I monaci di quest’ultima sono avvolti in tuniche bianche e spesso con una mascherina davanti alla bocca e al naso per non uccidere moscerini e piccoli insetti. I Digambara, invece, il cui nome significa ‘vestiti dal cielo, circolano, per motivi ascetici, completamente nudi.
Mahavira, oggi sempre nominato con il titolo di ‘Lord’, Signore, era un grande maestro che ha indicato all’umanità la via della felicità. Valore inalienabile predicato dal Giainismo resta la non-violenza più totale, quella a-himsa, resa famosa poi dal Mahatma Gandhi durante la lotta per l’Indipendenza dal colonialismo britannico. La non-violenza giainista si realizza non solo nei confronti degli uomini, ma di tutte le creature. I giainisti sono strettamente vegetariani e non si nutrono nemmeno di ciò che nasce sotto la superficie della terra (cipolle, aglio, carote, cipolle) per non ucciderne le piante.
La festa del Signore Mahavira, è celebrata con processioni ai templi più famosi nello stato del Gujarat e in quello del Karnataka. Si svolgono anche conferenze e si offrono meditazioni per i fedeli. A tutto questo si accompagnano offerte di riso, latte, frutta ed incenso, non solo alle statue nei luoghi di culto, ma anche ai poveri, ai quali si dona anche acqua. La comunità giainista è una delle più ricche del sub-continente indiano, sebbene rappresenti la religione di origine locale più piccola. Durante i secoli immediatamente precedenti all’era cristiana ed i primi secoli del primo millennio l’India era tuttavia, nella sua gran parte, dominata da giainismo e buddhismo.