I film per Natale
Dimenticare la Chiara innocente ed estasiata di Fratello Sole, Sorella Luna. Forse nella memoria può ritornare la Chiara un po’ irsuta e decisa del secondo Francesco di Liliana Cavani, interpretata da Helena Bonham Carter. Ora Susanna Nicchiarelli la ripresenta, con la consulenza di una grande storica come Chiara Frugoni, in un film fresco, giovanile, immerso in una natura bellissima, di giorno e di notte, illuminato dal sole e dalle candele notturne: un chiaroscuro morbido che pervade numerose scene di interni.
Chiara è giovane, bella, ricca. E determinata. Scappa di casa per incontrare Francesco e i suoi frati: scalzi, vestiti male, ma con gli occhi pieni di incanto. Fanno insieme una rivoluzione silenziosa, vivono come fratelli e sorelle, senza regole che non siano quelle della testimonianza evangelica: Chiara e le sue sorelle non obbligano nessuno a seguirle, non vogliono convertire nessuno che non lo desideri. Povere tra i poveri, decise a resistere ai parenti che ovviamente, come capita anche a Chiara, non le capiscono, vogliono che vivano come tutte le donne: o convento o matrimonio.
E sono anche maneschi questi parenti, ma Chiara resiste ad oltranza. È una leader, anche se non vuole e anche se non vuole fa miracoli. È mite ma pure determinatissima, resiste a papa Gregorio, accetta alla fine la clausura pur di mantenere il privilegio della povertà assoluta. Non è docile alla Chiesa come Francesco, non accetta un ruolo subalterno rispetto ai maschi (e qui il soffio “femminista” della regista colpisce nel segno).
Il film, fotografato con rara poesia, recitato in un suggestivo, antico dialetto umbro (con i sottotitoli in italiano), inframmezzato da momenti di musical con tanto di danze e canzoni d’amore molto belle, è un evento raro nel cinema italiano. La regista ricrea l’aria di un fermento giovanile coraggioso, di un ideale di servizio radicale all’umanità quanto mai attuale e fascinoso. Chiara è donna d’amore e di forza, capace di passare da tenerezze a durezze, rimane pulita come una innamorata di un grande amore. La recitazione di Margherita Mazzucco è quanto mai efficace e convincente, specie quando parla con gli occhi esprimendo la forza e la gioia di una “vocazione”.
Un altro merito del film è la figura di Francesco, interpretato con finezza da Andrea Carpenzano: un Francesco mite ed umile, delicatissimo e poetico, che parla poco, ma anche uomo vero che esplode dolorosamente alla scoperta della propria cecità, dopo aver composto quel Cantico delle creature che viene recitato nel film come uno stupendo e commovente messaggio.
Peccato che la regista sia scivolata sul solito cliché – già usato da Zeffirelli – del papa ingordo e superficiale, giovane persino vestito di verde, tutto il contrario del vero papa Gregorio, interpretato da un Luigi Lo Cascio purtroppo fuori ruolo.
Ma, a parte questa ed altre “libertà”, il film rimane un prodotto a tratti molto bello e da non perdere.
Per chi desidera uno spettacolo iperbarocco e rilassante, nonostante duri oltre tre ore, e sia assolutamente da vedere sul grande schermo, è pronto dal 14 dicembre Avatar 2 o “La via dell’acqua”. La trama in sé è piccola: la solita lotta tra bene e male, tra una civiltà ipertecnologica e i nativi del pianeta Pandora, cultori della Grande Madre (la natura), minacciati pure da scienziati amorali e violenti.
La suggestione del film sta tutta nella decisione di James Cameron di sorprendere il pubblico, già abituato a fosforescenti effetti speciali, con una invenzione fantasiosa ancora più spinta di ambienti e personaggi. Il popolo dei Na’vi infatti è costretto ad abbandonare le foreste e a rifugiarsi presso i Metkayina, che vivono sulla barriera corallina e considerano l’acqua il loro habitat naturale. Nuovo popolo, nuove abitudini e scoperte per i quattro figli di Jake (Sam Worthington), l’ex marine che ha sposato la nativa Neytiri (Zoe Saldana), inseguito dal cattivissimo mercenario Lyle (Matt Gerald) con cui avrà un lunghissimo, tenace duello sino al finale (aperto ad un possibile sequel?).
Tra esplorazioni poetico-fascinose sottomarine, battaglie in cielo e in terra, cetacei musicisti e piccoli problemi familiari (padri e figli, solito cliché americano: ma non si stancano mai? Noi sì.), il film non ci lascia un attimo, scorre rapido e ci immerge in un mondo fantasioso e avventuroso in cui noi, ben sicuri in poltrona, ci godiamo lo scontro epico e modernissimo tra natura e tecnica, passato e futuro. Chi vincerà?
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