I film del weekend

Sullo schermo "London Boulevard" e "X-Man, l'inizio"
london boulevard
London Boulevard

 

Diretto da William Monahan che ne ha pure scritto l’agile sceneggiatura, il gangster-movie di produzione angloamericana si presenta come un’opera diversa, più raffinata dalle altre del genere. Per quanto violenta in certi momenti, pure tempera il sangue e la forza bruta in una fotografia sgranata, con primi piani dei protagonisti lunghi e pensosi, nella rivisitazione di una Londra ben poco solare e con una malinconia esistenziale di fondo.

 

L’ex detenuto Mitchel (Colin Farrell) che vuole uscire dal tunnel della violenza e diventa guardia del corpo e anche – un poco – amante della diva sul viale del tramonto, ossessionata dai giornalisti, Charlotte (Keira Knigtley) è un uomo triste, che però vorrebbe amare, se non altro la sorella fuori testa e alcolizzata. Si scontra con un gangster temibile ed è lotta senza esclusione di colpi, condotta da sequenze rapidissime, dialoghi serrati – mai una parola inutile – ed un viaggio ineluttabile verso la morte, anche del giovane e povero – d’affetto, di speranza – Mitchel.

 

Si parla spesso di cinema in questo film – ovvio, “lei” è un’attrice – e  il finale è decisamente antihollywoodiano. Ma quel che resta impresso, al di là di certe lungaggini e cliché – il ganster con un nipote prediletto, le guardie del corpo nerborute, l’amico pasticcione – è i l desiderio di una possibile redenzione del giovane ex carcerato, soffocato però dal mondo brutale i n cui si trova a vivere. Perfetto Farrell, ormai grande attore, soprattutto nei silenzi e nelle pause ed anche Keira, una sorta di larva misteriosa.

 

 

X-Men, l’inizio

 

Prequel della ormai celebre saga, il film diretto da Matthew Vaughn è la storia dell’infanzia del “mucchio selvaggio” di eroi del fumetto, ora da anni sullo schermo. L’inizio, terrificante, è in un piovoso campo di concentramento dove gli ebrei vengono trattati come animali. Il temibile e sadico Sebastian Shaw (un ottimo Kevin Bacon nel ruolo del cattivissimo) scherza con la morte della madre di Erik, il futuro Magneto, il vero protagonista del racconto.

 

Dagli anni Quaranta del ‘900 l’azione si sposta poi di vent’anni, all’epoca del conflitto Usa-Urss con i missili a Cuba, e troviamo Erik (Michael Fassbender), assetato di vendetta, incontrarsi con una bella ufficiale della Cia (Rose Byrne), in una serie di avventure che vedono la nascita attorno del gruppo dei “mutanti”, prima che diventassero – come dicono i film successivi – o arcinemici o arciamici.

 

Un po’ 007, un po’ Harry Potter, il film ingrana bene soprattutto nella seconda parte. Lievemente retorico nei dialoghi, ma svelto com’è ovvio nell’azione, con ottimi effetti speciali, si avvale di un sestetto di attori tutti coinvolti nella ricerca e nella eliminazione del perfido Shaw. Ma non c’è solo azione e suspence. In tempi di sperimentazione genetiche, la storia dei “mutanti” non ammiccherà a far accettare possibili mutazioni del genere umano?

 

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