I film del week-end
Anche questa settimana abbiamo dovuto fare una scelta fra le numerose uscite, eccone alcune.
Cinquanta sfumature di grigio
È il numero delle perversioni che il giovane e ricco imprenditore Christian Grey (Jamie Dornan) è solito usare con le donne che sottomette al suo fascino sado-maso. Ci capita la romantica e ambiziosa studentessa Anastasia Steele ( Dakota Johnson), che s’innamora di lui a prima vista, col classico colpo di fulmine. Da allora è un rincorrersi fra i due in un rapporto che lei vorrebbe d’amore e normale, ma per lui è impossibile, tanta è la sua negritudine interiore.
Uscito in 800 copie, pubblicizzato da settimane, il film-scandalo è un racconto patinato e freddo sotto un cielo quasi sempre plumbeo, di una morbosità algida, che riecheggia Bergman e Bertolucci, ma solo in superficie. Le due ore possono anche annoiare, tanto la situazione claustrofobica sia degli ambienti come dei caratteri – peraltro indagati superficialmente – è ripetitiva. Gli interpreti sono patinati come il film, che sa di operazione commerciale astuta, ben calcolata, per sedurre gli ingenui, e ben poco d’altro. Alla fine, viene da dire: tanto rumore per nulla. Con buona pace del best seller da cui il film è tratto e della regia molto professionale di Sam Taylor-Johnson. Speriamo non ci siano i sequel 2 e 3…
Timbuktu
Ecco invece un film da non perdere. Asciutto, dolente e crudo, il film di Abderrahmane Sissako narra di una famiglia contadina che vive in una tenda, non lontano da Timbuctu, occupata dai fondamentalisti islamici che impediscono di fatto una vita normale alla gente.
La famiglia è bella, amorosa e unita, in particolare il padre Kidane e la bambina Toya insieme al dodicenne Issan, guardiano dei loro buoi. La loro vita, nonostante tutto, scorre serena, lontana dal caos cittadino soffocante sotto il regime durissimo.
Ma la loro vita cambia quando Kidane uccide per caso il pastore Amadou. S’innesca un processo che è alternativa fra vendetta e perdono, di fronte ai familiari dell’ucciso e ai nuovi giudici portati dall’invasore.
Fatto di silenzi e di sguardi e di parole decise, il film è di fatto il confronto tra una mentalità pura, profondamente religiosa, e l’odio. La luce del deserto illumina gli interni, siano essi la prigione o la tenda e la narrazione non conosce pause o stanchezze come pure gli attori, così che il lavoro – premio dalla giuria ecumenica a Cannes e candidato all’Oscar – risulta un poema doloroso e profondo sulla lotta tra amore e odio di straordinaria incisività.
Selma
È la storia della marcia della comunità nera guidata da Martin Luther King nel 1965 per reclamare la libertà agli afroamericani. Per quanto con una certa vena trionfalistica, il film ha il pregio di indagare il privato di King, le sue lotte col presidente Johnson, le difficoltà familiari, le tensioni e le speranze. Ne esce privilegiata l’umanità del personaggio, cui David Oyelowo presta il volto in una interpretazione convincente e studiata come quella di Tim Roth come Johnson: due grandi prove attoriali. Forse qualche taglio avrebbe giovato di più alla fluidità narrativa, ma il film – in odore di Oscar – è da vedere non solo come documentazione storica, ma come prova del cinema migliore nel raccontare una biografia “eroica”. Diretto da Ava DuVernay.
Ancora sullo schermo: Taken 2 – L’ora della vendetta, thriller poliziesco in cui Liam Neeson è un marito pedinato dalla Cia e accusato ingiustamente dell’assassinio della moglie: i cattivi la pagheranno, abbiamo visto un migliore Liam Neeson.
Romeo & Juliet: la storia romantica per eccellenza, in una versione molto dolce per adolescenti, con bei costumi e begli interpreti: innocuo e distensivo.
Whiplash: il batterista Andrew e il suo difficile rapporto col professore al Conservatorio. Interessante.
Mario dal bello