I figli, che quarantena!

Equilibri rocamboleschi nella gestione di bambini, casa e lavoro ai tempi del coronavirus

Quando tutto è cambiato da un giorno all’altro, nessuno aveva idea di cosa avrebbe significato abbandonare ogni abitudine per adeguarsi a tutt’altra routine. Migliore o peggiore a seconda dei casi della vita. Nel mio caso, diversamente intensa, perché non è che prima mi annoiassi. Da moglie, madre di due bambini di seconda e terza elementare, lavoratrice full time, ora rivesto gli stessi ruoli ma contemporaneamente. E così sarà fino a settembre, quando riapriranno le scuole. Parlo di me in quanto caso abbastanza emblematico di come le famiglie abbiano pagato un prezzo molto alto a causa della quarantena. In termini economici (mio marito è in cassa integrazione), ma soprattutto psicologici (ho perso da un pezzo il controllo della mia emotività).

Il mio fuso orario si è spostato di qualche ora in avanti perché badare ai figli, sistemare casa, cucinare è già di per sé un lavoro (se qualcuno lo avesse mai messo in dubbio) e il mio lavoro ufficiale invece termina di solito in seconda serata, quando la casa chiude gli occhi e ho tempo e spazio “no limits”. Durante il giorno ci sono le videolezioni, i compiti da fotografare e spedire alla maestra giusta, il giardinetto sotto casa, abbiamo preparato così tanto pane che anche il forno ci ha abbandonato, abbiamo piantato semi che hanno germogliato infischiandosene del colore del mio pollice, abbiamo realizzato laboratori e lavoretti da far invidia a Giovanni Mucciaccia, e ho persino scoperto di essere per nulla scarsa in qualche videogioco.
Non sappiamo come e quando finiranno le norme di distanziamento, quando tornerà la “normalità”, ma di certo sappiamo come abbiamo fatto ad arrivare fin qui più o meno tutti interi. Creando legami.

I figli sono stati la sorpresa più grande perché nella loro “fraternità” – che non è assenza di conflitto, anzi – ho visto la soluzione all’isolamento, alle delusioni, anche piccole. Perché loro condividono senza filtri, e nell’attirare continuamente la mia attenzione – hanno appena portato a casa dal giardinetto una colonia di grilli – l’hanno spesso e volentieri distolta da pensieri poco costruttivi. Il loro spirito di adattamento è stato incredibile, hanno perso veramente tutto, amici, giochi all’aperto, gite, nonni… e si sono dovuti accontentare di qualche videochiamata e di mamma e papà, nel migliore dei casi.

Ma nel legame tra di noi abbiamo ritrovato l’importanza di tutti gli altri, il desiderio di fare famiglia con gli amici veri, che non sapevi prima quanto fossero veri, finché non li abbiamo potuti risalutare dal vivo – a distanza – e abbiamo sentito quel brivido che chiamiamo felicità.

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