I falò dell’autunno
Spesso solo alla fine della vita ci accorgiamo di aver sprecato tante occasioni, di aver trafficato ambizione e sete di potere, facendo soffrire chi ci stava accanto e raccogliendo solo cenere. È quello che avviene nella campagna in autunno, quando per purificare la terra da sterpi e erbacce, il contadino accende i falò che bruciano tutto preparando la terra per nuove semine. È questo il senso profondo dell’ultimo libro della grande scrittrice Irène Némirovsky (1903-1942), pubblicato postumo nel 1957.
La scrittrice – nata in Ucraina, trasferitasi in Francia nel 1919, morta ad Auschwitz a 39 anni – racconta in questa sua ultima opera 30 anni della vita francese, indagando nell’ipocrisia di una società borghese che ha posto al centro dei suoi interessi solo il denaro.
Una grande saga familiare dove amicizia, amori, tradimenti e cattiva politica dominano e travolgono la vita dei due protagonisti, Therese e Bernard, legati da un matrimonio “mediocre” che non produrrà felicità e calore nei cuori. È forte nelle struggenti pagine della Némirovsky l’eco del grande Tolstoj, da sempre amato dalla scrittrice e considerato il suo modello letterario.