I due presidenti
Richard Loncraine racconta l'amicizia tra Bill Clinton e Tony Blair. Un film coraggioso e leggero e ben recitato. Da vedere.
Due grandi amici, Bill Clinton e Tony Blair. Richard Loncraine ne racconta la storia in un film dal tono confidenziale, a tratti documentaristico. Sullo sfondo delle sfide internazionali (la guerra nell’ex Jugoslavia) e personali (lo scandalo Lewinsky) l’amicizia “a pelle” tra i due, fatta di reciproche cordialità, scambi di visite familiari e sostegno nei momenti difficili, resta salda. Fino ad un certo punto, però. Perché l’inglese Blair (un furbetto e fintamente ingenuo Michael Sheen), se si avvale di Bill (Dennis Quaid) per la propria elezione a Primo ministro, quando la stella dell’americano inizia a languire cede alla ragion di stato e lo lascia solo. La conclusione del film è emblematica: dopo l’ultima serata delle due famiglie, l’elicottero che trasporta Clinton negli Usa vede il presidente serio e a suo modo addolorato, mentre Blair è subissato di telefonate, la sua carriera continua.
Terzo capitolo della trilogia dedicata a Blair e composta da The Deal e The Queen, I due presidenti è stato l’avvenimento televisivo degli ultimi mesi negli Usa e in Inghilterra: racconta infatti quegli anni (1992- 2001) in cui pubblico e privato, il dietro-le-quinte e i grandi discorsi, si intrecciamo in modo sconcertante. Le donne vi recitano una gran parte: più sommessa la moglie di Blair, decisamente interventista Hillary Clinton, “l’uomo di casa”.
Il risultato è un film da vedere, perché ha il coraggio di presentare due uomini come tutti, fragili, bugiardi e a loro modo coraggiosi. Splendida la recitazione degli attori, leggero il ritmo, così che il film scorre tutto d’un fiato. Si sorride, si pensa e si finisce anche di idealizzare – per chi ancora lo facesse – la vita e la politica delle star mondiali. Sono piccoli uomini come tutti noi.