I cristiani e la crisi
Nel complesso e teso panorama socio-politico dell’Egitto degli ultimi giorni, la Chiesa copto-ortodossa ha deciso di prendere una posizione precisa e netta: tenersi fuori dalla politica in questi momenti concitati e sempre in bilico verso reazioni violente. Il sito online della Chiesa (http://wataninet.com) ha confermato che, nonostante le ripetute pressioni da parte delle autorità politiche, il nuovo papa Tawadros II ha deciso di non partecipare all’incontro convocato sabato scorso dal presidente Morsi.
Di fatto, tutti i partiti politici e le minoranze erano stati invitati a discutere con la massima autorità del Paese l’ondata di proteste contro la riforma costituzionale e il referendum. La Chiesa copto-ortodossa che, già nelle scorse settimane, si era ritirata dalla fase conclusiva dei lavori dell’Assemblea costituente, ha deciso che l’opzione più consona in questo momento è quella di pregare per il Paese e per la soluzione dei problemi, piuttosto che essere coinvolta nel dialogo politico, incombenza che spetta ai partiti e alle figure istituzionali.
«La Chiesa deve essere cauta per non essere coinvolta in modo indebito – ha dichiarato Kamel Saleh, membro del Coptic orthodox melli (community) council –. I copti, infatti, sono entrati come parte attiva nel dibattito politico e sulla scena pubblica, ma lo hanno fatto attraverso i partiti politici per porre istanze come cittadini egiziani».
La decisione del papa Tawadros è stata accolta molto positivamente dalla comunità, che ha interpretato l’atto come una adeguata conferma della capacità da parte del nuovo capo della Chiesa di cogliere il polso della vita politica del Paese. Sembra, infatti, che solo gli islamisti e coloro che sono favorevoli all’attuale presidente abbiano accettato l’invito a discutere la situazione attuale con il presidente. L’invito poteva portare a uno scontro su base religiosa più che a un dibattito all’interno dell’arena politica.
La posizione della Chiesa copta-ortodossa ha ricevuto approvazione anche da parte del reverendo Safwat al-Bayadi, capo della Chiesa evangelica d’Egitto, che ha dichiarato che la sua Chiesa non ha ricevuto alcun tipo di invito per la discussione con il presidente. Il reverendo ha sottolineato, comunque, che sta ai politici raggiungere accordi di natura politica.