I corrieri del polline
In vicinanza dei fiori si percepisce un ronzio quasi scontato. A volte neppure ce ne accorgiamo, tale è l’abitudine di sentirlo. Altre volte il possibile arrivo di una puntura suscita una certa apprensione. Ma se non ci fossero loro lì a roteare e a planare su quei fiori di campo o a far da spola tra i petali dei cespugli selvatici, mancherebbe una tappa fondamentale per la vita di quelle piante. Stiamo parlando, come si capisce, degli insetti impollinatori o pronubi che dir si voglia, ma non solo di loro. Ci sono altri animali, appartenenti a svariate specie, programmati per scovare nettare nell’apparato floreale. Tale ricerca li fa in realtà corrieri del polline, elemento fondamentale per la riproduzione delle piante superiori. E in ciò sta l’originalità di questa parte del mondo vegetale che ha scelto la collaborazione di questi speciali messaggeri per spedire al destinatario il proprio prodotto. Ve ne sono per tutti i gusti, dai più microscopici a quelli giganti, dai più mimetici a quelli più appariscenti, dai più normali ai più bizzarri. Ma a ben indagare, non sono tutti insetti: vi sono alcuni intrusi, dota- ti sì di ali, ma pure canori; che hanno zampe, ma soltanto due. Il resto del corpo è ricoperto di una curiosa sequenza embriciata di penne e piume. Sono dunque uccelli. I colibrì e le nettarine dei Paesi tropicali si sono aggiunti in questa speciale categoria di lavoratori floreali. Dotati di un volo capace del fermo in aria, riescono a sostare sull’uno o l’altro fiore toccandolo solo con la punta del becco e per il tempo necessario per succhiare il nettare, sporcandosi così della giusta quantità di polline. Facendo tappa tra fiore e fiore, diventano anch’essi impollinatori. Grandi e pesanti come un grosso calabrone, madre natura ha dotato nettarine e colibrì delle caratteristiche tecniche e di movimento necessarie per sovrapporsi, quanto a comportamento, ai più leggeri insetti. Certo è che questi piccoli volatili hanno poco a che fare con il nostro cespuglio selvatico o la siepe sotto casa. Qualcosa del genere, tuttavia, esiste anche da noi. Non si tratta di uccelli microscopici dal battito a elica, ma di altri ben più grossi e dal battito robusto e lineare, e come i loro cugini dei tropici, ghiotti di nettare, specie nel periodo delle tappe migratorie. Sono capinere, rigogoli, beccafichi e luì, noti cantori, nonché uccelli a dieta in prevalenza insettivora che imitano le nettarine specie nei momenti di piena fioritura o di scarsità di cibo. A primavera o, all’occorrenza, anche in altri momenti stagionali, setacciano pure essi l’antro floreale impasticciando di giallo tutte le parti non risucchiabili del becco. Pur pesanti e senz’altro più goffi dei parenti tropicali, riescono ugualmente a cimentarsi nella raccolta di nettare, diventando così anch’essi veicoli di impollinazione e in tal modo arricchendo straordinariamente la schiera dei corrieri pronubi. Le nettarine di casa nostra, pur più elusive e riservate, ma ugualmente sorprendenti e poco note ai più, sono, a ben vedere, una inaspettata sorpresa tra il ronzio scontato e quasi fastidioso dei pronubi domestici.