I concerti dei due “P”

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Parsifal, di R.Wagner. Pollini interpreta Brahms. Roma, Accademia Nazionale Santa Cecilia. Parsifal e Pollini. Una grande azione scenica sacrale in tre atti ed un pianista di razza hanno dominato l’inizio del 2008 ceciliano. Parsifal, lavoro estremo di Wagner, è molto più di una rivisitazione simbolico-filosofica del mito medievale del Graal, oggi di moda in tanto esoterismo popolare di cinema e romanzi. Wagner cerca la felicità per l’uomo, un Assoluto a cui giungere dopo un vivere amaro, preda delle passioni e della morte. Ci vuole un eroe puro e folle come il giovane Parsifal, nuovo redentore che, respinte le lusinghe della perfida Kundry, possa godere della liberante visione del Graal. Azione sacrale – non sacra -, quest’opera, come un epos, gode dei lunghi racconti in un tempo senza- tempo, con allusioni paracristiane, buddhiste e filosofiche, attingendo infine ad una dimensione di compassione misericordiosa pacificante per l’uomo. Ma è la musica a dare vita ad un mondo sonoro che trasporta in un Altrove. L’orchestra e i cori si elevano, si intrecciano, e si purificano in un affresco che è il regno della musica. Qui l’Inesprimibile è espresso in una rarefazione spirituale forse inattesa dallo stesso Wagner. La direzione di Daniele Gatti si è mossa su tempi indugianti e mistici, ottenendo un moto fluente di melodia ininterrotta, così che gli interpreti (specie il tenore Simon O’Neill, il soprano Evelyn Herlitzius) hanno potuto ondeggiare nel viaggio di una musica che, pur a fatica, sale verso l’Assoluto. Viaggia forse alla stessa meta, ma con una corposità passionale, il Brahms dei due concerti per pianoforte e orchestra.Maurizio Pollini, in feconda simbiosi con la direzione turgida di Pappano, è interprete ormai maturo per la lucidità del fraseggio, l’intelligenza del suono, ed una maggior scioltezza interiore che rende il tumulto brahmsiano la storia non solo di una singola persona ma dell’Europa in trapasso tra antico e nuovo. Pollini, che ha prediletto le sfumature agli assalti, ha dialogato con l’orchestra sfumando, per lo più, nei suoi colori chiaroscurati. I due concerti allora, pur distanti nel tempo, sono apparsi tappe di un percorso creativo impetuoso ma in tensione verso una serenità di fondo. Pollini e Pappano, nel gioco di sguardi incrociati, hanno tolto ogni eccesso di languore o monumentalità, offrendo una interpretazione calda ma equilibrata, che ha fatto esplodere il pubblico. Dischi & dvd Parsifal: 1951, 1952, 1954 direttore Knappertsbusch a Bayreuth (Decca, Archipel, King Records); video 1992 diretto da Baremboim (Teldec); video 2004 a Baden Baden, diretto da Nagano (Opus Arte). Brahms, Concerti nn.1 e 2: 1987, direttore Bohm, pianof. Pollini, Wiener Philarmoniker (Dgg); 2000, dir. Abbado, pianof. Pollini, Berliner Philarmoniker (Dgg).

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