I compiti di Francesco alle famiglie

Come va la gioia nella vostra famiglia? Ascoltate i nonni? Conservate la fede in una cassaforte? Quando volano i piatti ricordate di dire permesso, scusa, grazie? Il papa si rivolge agli oltre centomila presenti in piazza san Pietro in pellegrinaggio per l’anno della fede e spiega le caratteristiche di una coppia cristiana
Una festa in famiglia nel nome di Dio

Bastano otto minuti a papa Bergoglio per tracciare le caratteristiche delle famiglie cristiane. Davanti ad oltre centomila coppie con bambini e nonni giunti a piazza san Pietro per il  pellegrinaggio organizzato in occasione dell’anno della fede, Francesco spiega la sua famiglia e da i compiti a casa. “La preghiera”, “la fede” e “la gioia” devono caratterizzare, per il papa, la quotidianità delle famiglie cristiane. Francesco è consapevole della fretta, delle difficoltà, ma i suoi suggerimenti e le sue soluzioni sono semplici, immediate non richiedono programmazione o pianificazioni complesse: “il Padre nostro attorno alla tavola”, “il rosario recitato insieme”, “il pregare gli uni per gli altri”; “il marito per la moglie, i figli per i genitori, per i nonni, l’uno per l’altro e questo fa forte la famiglia”.

Poi il papa passa alla fede. Nella sua omelia spiega che non va “custodita come in una cassaforte o come un conto in banca”, nè bisogna “limitarsi a difenderla”, va “annunciata con scelte coraggiose”, “in territori ostili”, “nelle periferie”, “senza posizioni difensive2. Poi dipinge il quadro delle famiglie attuali con qualche provocazione: “sono in corsa”, ma “lo sono per la fede”? “Sono famiglie missionarie ogni giorno facendo le cose di ogni giorno mettendo il sale e il lievito della fede”? E infine la gioia. Il papa dà a tutti un altro compito per casa: “Come va la gioia a casa tua, come va la gioia nella tua famiglia? Fate voi la risposta”. Francesco sottolinea che non sono le circostanze favorevoli a generarla, ma “la presenza di Dio” e “un amore paziente l’uno con l’altro”.

Già la sera di sabato, durante la veglia organizzata dal pontificio consiglio per la famiglia il papa argentino aveva insistito sulla gioia e sulle caratteristiche dell’amore tra marito e moglie anche “quando i piatti volano”. “Chiedere permesso, grazie, e scusa; tre parole chiave, chiediamo permesso, per non essere invadenti; diciamo grazie per l’amore, quante volte al giorno dici grazie a tua moglie e tu a tuo marito, quanti giorni passano senza dire grazie; e l’ultima scusa: tutti sbagliamo e a volte qualcuno si offende nella famiglia e nel matrimonio, e  alcune volte volano i piatti, si dicono parole forti, ma il mio consiglio è non finire la giornata senza fare la pace”. Infine una parola è per i nonni, un monito a non  dimenticare il loro apporto:  "Voi ascoltate i nonni? Un popolo chenon ascolta i nonni è un popolo che muore". E anche sotto i lampioni della sera la gioia ha continuato ad essere la parola più citata dal papa: "Portate a casa, nel cuore la parola Gioia, il ristoro che viene da Dio".

I momenti di festa con i bambini e le testimonianze che hanno preceduto il suo discorso ne sono state un assaggio senza edulcorare o indorare la fatica e le ferite con cui la famiglia si confronta ogni giorno: un cinquantenne separato dalla moglie, una famiglia di lampedusani che nel 2011 ha partecipato al salvataggio di profughi eritrei , un nigeriano
naufragato a Lampedusa, anche lui nel 2011, e ora stabilitosi in Italia.

Questi due giorni hanno poi creato un ponte con le famiglie in Siria che andrà avanti fino ad agosto 2014: i fondi raccolti direttamente in piazza o attraverso sms, o con bonifici serviranno ad assistere, attraverso la Caritas, genitori, bambini, anziani che da due anni vivono sotto le bombe nelle diverse regioni siriane.

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