I cassonetti sotto Città Nuova
La capitale a ferro e fuoco dopo la fiducia al governo Berlusconi. Perché?
Sicuramente qualcosa di preordinato c’è stato negli incidenti scoppiati a Roma in queste ore. Ma non tutto può essere spiegato come un attacco dei cosiddetti black blok. Tra i ragazzi e le ragazze (tante) in strada la quasi totalità viene da ambienti medio-borghesi, quelle categorie che forse più di altre stanno patendo della chiusura di ogni prospettiva futura: figli di carpentieri, tecnici informatici, infermieri…
Hanno bruciato i cassonetti anche nella nostra via degli Scipioni, proprio sotto il nostro ufficio. Impuniti, verrebbe da dire a quei ragazzi che, con tutta calma, hanno versato della benzina nel cassonetto e, dopo averlo rovesciato, gli hanno dato fuoco. Come nel ’68, come nel ’77, come ogni volta che c’è da protestare. Dalle finestre la gente protesta e si annodano dialoghi tra sordi: i ragazzi in strada, gli adulti dalle finestre a debita distanza.
È un problema di sordità quello che dà origine ad incidenti come questi. Non ci si ascolta. Ci si azzuffa. Le stesse scene, purtroppo, le abbiamo oggi viste alla Camera dei deputati e in via del Corso. Azzuffatine, accuse per le compravendite parlamentari, attacchi del branco del momento, intolleranze reciproche. L’esempio di tanti politici, purtroppo, non è dei migliori. Fino poi a dover assistere a distruzioni gratuite nelle strade di Roma. Una violenza senza senso che nasconde un malessere generalizzato.
Ovvia è la condanna di tali atti, ci mancherebbe. Per mettere fine al malessere che attraversa il nostro Paese, ora serve un sussulto di coraggio e di dignità, da parte di tutti. A cominciare dal teatro della politica, che quando diventa avanspettacolo perde di credibilità e in qualche modo dà fiato a chi vuole spaccare tutto perché non sa più ragionare. Serve dignità e uso della ragione. L’emotività fa spazio alla rivolta senza senso.