Hunger Games, il nuovo capitolo

Nuove pellicole sul grande schermo. È la volta della penultima puntata, “Il canto della rivolta”, della saga ripresa dal testo di Suzanne Collins, e del nostrano “Scusate se esisto!”, commedia con Raoul Bova e Paola Cortellesi
Hunger Games

Hunger Games – Il canto della rivolta

Diretto da Francis Lawrence e con Josh Hutcherson, Jennifer Lawrence, Philip Seymour Hoffman, il film della saga ripresa dal testo di Suzanne Collins si sta avviando alla fine, e qui abbiamo la parte prima della conclusione. Peeata, ex eroe, subisce il lavaggio del cervello e percepisce l’amata Katniss come nemica: di qui tensioni, incredulità, timori. Molto parlato, il lavoro si avvale dei consueti effetti speciali, di scene di ribellione e trionfanti di massa su un crescendo musicale, ma regala poche emozioni perché appare chiaramente orientato al prossimo definitivo finale. Sempre stupefacente una delle ultime comparse sullo schermo di Philip Seymour, bravi gli altri. Il ritmo talora si ferma e la narrazione rischia di essere faticosa, anche se lo spettacolo c’è e grandioso, adatto per il grande schermo e per sognare le avventure degli eroi.

 

Scusate se esisto!

Commedia carina diretta con sagacia da Riccardo Milani, si impernia su Serena – talento che emigra all’estero ma poi ha nostalgia dell’Italia – e Francesco – ristoratore, ex marito, ora gay –, che diventano amici. Scene gustose di Raoul Bova e Paola Cortellesi (al suo meglio) con un intermezzo di Marco Bocci. Il film sorride ma non troppo sui talenti nostrani costretti ad emigrare e poi a vita grama in patria, sul maschilismo, sui pregiudizi sui gay ma vira sul superficiale – il bambino che scopre da solo che il padre è omosessuale, dando per scontato che non ci sono problemi – e sul furbetto (la famiglia ormai nelle commedie nostrane è sempre più tartassata…). Gradevole la recitazione di tutti, superiore il personaggio di Lunetta Savino, qualche momento farsesco (mamma e zia della Cortellesi).

 

Ancora in sala, per tutti i gusti: ricco di suspence il drammatico Diplomacy – Una notte per salvare Parigi di Volker Schlondorff; affascinante la commedia di Horovitz My old lady, testo arzillo sulla vecchiaia, una bella commedia sentimentale; mèlo la storia gay di Ben e George, ormai anziani, in I toni dell’amore di Ira Sachs; Adieu au langage di Godard, capolavoro o film duro e pesante? (giudicate voi); Sarà un paese, bel docufilm di Nicola Campiotti, figlio di Giacomo, storia di due fratelli in viaggio, delicato e profondo.

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